Mag 23 2017

STORIA DI REGGIO. GLI EBREI A REGGIO E NEL REGGINO: RHEGION E L’ORIENTE

Per disegnare il più compiutamente possibile il quadro della situazione reggina durante i secoli dell’Impero Romano dobbiamo ora fare una digressione sui rapporti che da sempre legarono Rhegion e l’Oriente.

Un piccolo reperto archeologico ci illumina sulla presenza a Reggio, già nei primi tempi dell’Impero, di una comunità giudaica. Il frammento rinvenuto cita una sinagoga (parola integrata ma sicura) “dei Giudei”, configurandosi come il titulus del tempio di culto.

I Giudei rappresentavano una delle comunità di mercanti più attive e significative dell’intero bacino del Mediterraneo, e la loro presenza a Reggio è la conferma più forte della floridezza dei commerci dell’intera area.

La presenza di questa sinagoga non è però isolata, giacché, a non grande distanza, abbiamo la testimonianza di due altre sinagoghe ebraiche, una a Vibo Valentia ed un’altra, scavata archeologicamente e parzialmente edita, a Bova Marina, che, insieme a quella dell’importante porto di Ostia, rappresenta la più antica d’Italia.

Ciò che conosciamo della sinagoga di San Pasquale di Bova Marina ci illumina su molti aspetti della presenza giudaica. In primo luogo, la sinagoga, che ebbe una vita secolare e almeno un rifacimento strutturale radicale, si trovava inserita in un contesto urbano, di cui è rimasta testimonianza a livello topografico nel toponimo Pagliopoli (in greco: la città antica) localizzato nella vallata a monte della struttura cultuale. La cittadina era anche dotata di un approdo di discrete dimensioni, e l’insediamento dovette prosperare almeno fino al V secolo d.C., quando la città e la sinagoga furono saccheggiate, forse dai Vandali. Di questa razzia resta testimonianza in un tesoretto di monete di rame, ancora non totalmente edito, nascosto in un ripostiglio della sinagoga. Della sinagoga resta il pavimento musivo dell’aula di culto, in cui spicca il candelabro a sette braccia, la menorah, copia di quella che le legioni romane avevano trafugato a Gerusalemme nel 70 d.C., come si può ancora oggi vedere in un bassorilievo dell’Arco di Tito a Roma.

Tratto da “La storia di Reggio a fumetti” commissionato dall’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria. Testo del professore Daniele Castrizio

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