LOCALITA’ DEL REGGINO: VILLA SAN GIOVANNI, LA COSTA (SANTA TRADA,PORTICELLO, CANNITELLO, PEZZO, FERRITO)

Il territorio di Villa San Giovanni si estende lungo il litorale ma, come molte località marine calabresi, si caratterizza per la vicinanza alla costa dei rilievi montuosi. Ecco così che si susseguono spettacolari vedute panoramiche sull’incantevole scenario dello Stretto di Messina e della costa nord orientale della Sicilia.

La costa, che si dipana da Villa verso nord, è nota come Costa Viola. Qui le montagne sembrano nascere direttamente dal mare, permettendo di passare, nel raggio di pochi chilometri, dal litorale a paesaggi tipicamente montani con boschi ricchi di fitta vegetazione.

Lungo la Costa Viola viene da sempre praticata, da maggio ad ottobre, la pesca del pescespada. Oggi le antiche e primitive tecniche hanno lasciato spazio ad imbarcazioni sempre più attrezzate che rendono impari la lottatra tra l’uomo e il pesce. Ma permangono gli antichi rituali, tramandati da generazioni. Percorrendo la Costa Viola si incontrano centri di sicuro interesse turistico quali Scilla,Bagnara e Palmi col massiccio del Sant’Elia, al limite settentrionale del territorio villese c’è la frazione di Santa Trada con la presenza del “Pilone” (un tempo serviva a sostenere i cavi per il rifornimento di energia elettrica in Sicilia e che fronteggia il pilone gemello sulla sponda siciliana) oltre ad offrire un magnifico affaccio naturale sullo Stretto di Messina. Il panorama da qui è magnifico: la baia di Cannitello, Capo Peloro, l’imbocco dello Stretto, il profilo di Punta Milazzo e delle Eolie.

Dalla strada che dal Pilone porta alla marina, si può raggiungere Torre Cavallo, una delle fortezze di vedetta e difesa lungo la costa, e ancora si incontrerà anche il castello di Altafiumara, un tempo fortezza militare.  Arrivati sulla statale 18, verso Sud incontreremo la frazione di Porticello, celebre perché nel suo mare è stato ritrovato un relitto con importanti reperti archeologici tra cui quelli della “testa del filosofo”, in bronzo che è esposta nella stessa sala dei “Bronzi di Riace” nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria ed è considerato il più antico esempio di ritratto conosciuto. L’abitato, attraversato dalla linea ferroviaria, è pressochè sul mare (la pesca è ancora molto praticata), circondato da giardini di limoni di eccellente qualità. Costeggiando il mare di Porticello, e superata la fiumara, quasi sulla spiaggia, sono ancora visibili i ruderi di una chiesa, pertinenza di un complesso residenziale appartenuto alla famiglia Tibaldi, edificato nel XVIII secolo. Oggi in stato di abbandono.

Adiacente a Porticello, in direzione sud, c’è la frazione Cannitello, conosciuta un tempo come “Vallum Kaenis”, la valle delle canne, che vi crescevano in maniera fitta e spontanea. Dai ritrovamenti di monete e dai pochi ruderi rimasti, si capisce che la baia di Cannitello, tra il ‘330 e ‘200 a. C., fu luogo di soste di varie guarnigioni militari, romane e greche, impegnate in battaglie navali sullo Stretto di Messina. Cannitello un tempo si segnalava per la lavorazione della seta e la produzione agrumaria. Inoltre ha una tradizione come luogo di villeggiatura. Ancora oggi mantiene le tradizioni pescherecce. Arrivando da Porticello , ci si immette sulla via Vittorio Emanuele II, a pochi metri dal mare, che alterna complessi residenziali moderni ad antichi palazzi degni di nota. Lungo  la strada si apre il belvedere nel mezzo del quale è collocato l’edificio che ospita la delegazione municipale.  Andando ancora avanti troviamo il monumento ai caduti. Qui la Sicilia è davvero vicinissima. Nei pressi della stazione ferroviaria si segnalano gli edifici dismessi delle filande Messina e Lamonica. Ritornando sulla via Vittorio Emanuele II, verso sud, si arriva alla chiesa di Maria SS. Di Portosalvo, al cui interno sono conservati un dipinto e una statua lignea della Madonna, ed un olio su tela raffigurante San Nicola. Accanto alla chiesa vi sono presenti i ruderi della filanda Cogliandro, risalente al 1894. Proseguendo incontriamo un monumento, opera dello scultore E. Mercuri e realizzato per conto del Kiwanis Club di Villa San Giovanni, ricorda le tradizioni marinare del luogo, in particolare la pesca del pescespada. Il marmo riproduce la figura dell’avvistatore che indica al fiocinatore l’esatta posizione del pesce. Il lungomare è ricco di locali, dai ristoranti alle numerose pizzerie e gelaterie. E’ pertanto molto frequentato specialmente in estate.

Continuando verso sud si arriverà a Pezzo di Villa San Giovanni, qui ha sede, tra le case basse costruite dopo il terremoto del 1908, il faro di Punta Pezzo, segnalatore dell’imboccatura nord dello Stretto. Sul lungomare invece la chiesa di Maria SS. delle Grazie, tempio ricostruito sulle rovine dell’originale chiesa, edificata agli albori del sec. XVIII grazie ai conti Ruffo. All’interno è custodita l’effige della Vergine delle Grazie. La spiaggia di Pezzo rappresenta una vera e propria oasi naturale. Le correnti dello Stretto vi determinano un microclima eccezionale (oggetto di studio di specialisti di tutto il mondo) che favorisce la riproduzione di numerose specie marine. L’area dello Stretto è inoltre transito privilegiato delle specie migratorie. Proseguendo da Pezzo verso il centro di Villa, si arriverà alle invasature per le navi traghetto dirette in Sicilia. Qualche metro prima vi è anche un porticciolo turistico.

A monte di Cannitello, in un belvedere sullo Stretto e attraversata dalla statale, si sviluppa la frazione di Ferrito, sede di alcuni antichi palazzi nobiliari e della chiesa di Santa Maria del Rosario.

 

Tratto da “Villa San Giovanni – Dove il cielo è pieno di visioni (Laruffa Editore) 2002