L’ULTIMA BATTAGLIA DELLA II GUERRA MONDIALE IN  ASPROMONTE.

Il territorio reggino fu teatro degli ultimi combattimenti  della Seconda Guerra Mondiale tra le  Forze Armate Italiane e gli Alleati. Era’8 settembre 1943 in località Piano dello Zillastro, posta tra i comuni di Oppido Mamertina e Platì, in pieno Aspromonte. Un inutile spargimento di sangue nel quale alcune giovani vite trovarono una  morte senza scopo.

Ma andiamo con ordine.

Conclusasi l’occupazione della Sicilia il 17 agosto 1943, le forze Alleate avevano pianificato, per la fine dello stesso mese, l’invasione del continente con uno sbarco a Salerno (Operazione Avalanche) e, nell’intento di attirare un considerevole numero di  forze tedesche verso la punta dello stivale,  con l’operazione Baytown (comandata dal generale Montgomery) che si concretizzò il 3 settembre 1943 quando le forze alleate sbarcano sulla costa calabrese fra Bagnara, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Melito Porto Salvo, lanciandosi immediatamente all’inseguimento delle truppe nemiche che lentamente stavano ripiegando verso nord. Lo sbarco fu preceduto da un poderoso bombardamento al quale presero parte 4 corazzate, un numero imprecisato di altre navi, tutte le artiglierie del XIII Corpo d’Armata e buona parte di quella americana.

A sostegno delle sparute e scombinate divisioni poste a difesa della Calabria, nei primi giorni del mese di settembre 1943, era giunto l’Ottavo Battaglione Paracadutisti del 185° Reggimento della Divisione Nembo, in ritirata dalla Sicilia, sia pure esausto per la fatica dei lunghi spostamenti e decimato dalle perdite subite  a causa dell’aviazione Alleata.

I primi scontri si verificarono nella giornata del 3 settembre nella zona di Gambarie ma i paracadutisti, inferiori di numero furono costretti, quasi subito, a ripiegare per evitare l’accerchiamento. Gli Alleati erano nettamente superiori come bocche di fuoco e uomini risultando impossibile arrestarne l’avanzata.

Venne allora deciso di procedere ad una rapida ritirata verso nord da parte del III° e XI battaglione mentre VIII rimase in retroguardia per coprire la ritirata degli altri due. L’VIII si riposizionò nella zona compresa tra Bagaladi e San Lorenzo dove si verificarono numerosi scontri tra pattuglie dal 4 fino al 7 settembre.  I 400 paracadutisti erano stravolti e non riuscivano più a contenere gli attacchi alleati, che contavano 5000 soldati canadesi. Si decise quindi di ritirarsi nel tentativo di ricongiungersi con i commilitoni del III e XI battaglione che stavano risalendo lo stivale verso nord. La marcia dell’ VIII fu molto lenta ed estenuante tra le impervie montagne dell’Aspromonte, con pochi vettovagliamenti, tra boscaglie, dirupi e mulattiere per evitare le strade percorse dalle Jeep alleate.

La sera del 7 settembre il battaglione raggiunse il bivio che collega Platì a Santa Cristina d’Aspromonte accampandosi sull’altopiano dello Zillastro, nella faggeta denominata “Mastrogianni” a quota 1050, senza accorgersi, però, di essere già stati superati dai canadesi che muovevano verso Serra San Bruno e addirittura con il Reggimento New Scotland anch’esso accampato a poca distanza nella stessa faggeta e l’Edmonton sistemato sui crinali dello Zillastro, lato Oppido Mamertina. I Canadesi, involontariamente avevano accerchiato l’VIII battaglione Nembo. Al sorgere del sole dell’8 settembre, poco prima che fosse annunciato l’armistizio (già firmato il 3 settembre), quando i paracadutisti si resero conto di essere in trappola, piuttosto che arrendersi decisero di attaccare i reparti canadesi del “New Scotland” ed “Edmonton” lanciandosi all’attacco al grido di “NEMBO”. I paracadutisti italiani combatterono fino all’esaurimento delle munizioni, per poi passare al corpo al corpo con i calci dei fucili, ma alla fine i nostri parà vengono sopraffatti.  Fu una tragedia, cinquantasette di loro vennero fatti prigionieri e sei trovarono la morte tanto che dopo la battaglia dello Zillastro,  l’VIII battaglione cessò di esistere.

Questa fu, quindi, l’ultima battaglia combattuta tra il regio Esercito Italiano e le truppe Alleate l’8 settembre 1943, 5 giorni dopo la firma dell’armistizio e poche ore prima della sua proclamazione.
I caduti di quell’inutile battaglia vennero in seguito decorati alla memoria ed una stele venne eretta sul luogo dello scontro con inciso la seguente scritta:

“Qui sullo Zillastro epigoni di una guerra disastrosa l’8 settembre 1943, suscitando l’ammirazione ed il rispetto delle preponderanti forze Anglo-Canadesi, i quattrocento paracadutisti dell’ VIII BTG. del 185° RGT della div. “NEMBO”, combattendo per l’onore della patria si coprirono di Gloria.”