Mag 31 2016
SOTT’ACQUA NEL CUORE DELLO STRETTO
I fondali marini prospicienti l’abitato compreso tra Villa San Giovanni e Punta Pezzo rappresentano il cuore pulsante dello Stretto di Messina; un cuore che batte freneticamente scosso da un flusso continuo di masse d’acqua, provenienti da due mari diversi e che qui si incontrano e si scontrano, dando origine ad una paurosa turbolenza. Il legame inscindibile fra Jonio e Tirreno porta la superficie di questo splendido fazzoletto di mare ad essere quasi sempre solcata da incredibile “rughe”, creste che hanno poco a che fare con le onde e che nascono dall’impatto di acque in movimento continuo, in un dinamismo che è responsabile del proliferare di una straordinaria vita sommersa.
Peccato che sott’acqua ci si possa tuffare raramente, con la massima prudenza e solo in alcuni punti; non è un mare tranquillo e l’immersione, qui, non è né una passeggiata né qualcosa di proponibile turisticamente. Le correnti di marea del canale, la montante e la scendente, non perdonano e raggiungono elevate velocità, pericolosissime per il subacqueo. Solo nei momenti di inversione del flusso, durante quelle brevi pause note come “stanche”, si può tentare un approccio, sempre molto discreto. Comunque sia i fondali di questo mare sono belli e popolati da pesci e invertebrati che beneficiano e del continuo ricambio d’acqua e dei nutrimenti trasportati dalle correnti. Sono fondali subito profondi a poche spanne da riva, con vertiginose discese verso l’abisso, costituiti da sabbia e detrito e, solo in alcuni siti, caratterizzati dalla presenza di tavolati di roccia. Di fronte Villa, in particolare, la profondità non aumenta immediatamente, per via di un vero e proprio terrazzo compatto che crea una estesa secca prima di lasciare il posto alla discesa verso il blu; diverso è il caso di Punta Pezzo, dove le rapide scarpate detritiche sono interrotte solo in alcuni tratti da qualche formazione rocciosa isolata, punto di raccolta di una molteplice di specie viventi. L’acqua è limpidissima in tutto l’arco dell’anno e qualsiasi subacqueo non può non restare affascinato dalla magia del paesaggio sommerso e dalla vita in corrente, tipici del luogo. Troppo sarebbe lo spazio necessario per descrivere le particolarità biologiche di questo mare per cui mi limito a lasciarvi col fiato sospeso dicendo soltanto che, nel Mediterraneo, non esiste niente di analogo. Basti pensare alla foresta di alghe giganti, le laminarie, specie che qui ritrovano quelle stesse condizioni del loro luogo d’origine, l’Atlantico, e che non popolano nessun altro fondale del Mare Nostrum se non le acque dello Stretto.
Di Francesco Turano.
Tratto da “Villa San Giovanni – Dove il cielo è pieno di visioni (Laruffa Editore) 2002