LA COSTA VIOLA

Compresa tra la Tonnara di Palmi e Scilla, la costa del versante nord occidentale del massiccio dell’Aspromonte che degrada rapidamente verso il mare è caratterizzata da alte falesie incise da profondi valloni e da piccole spiagge di ghiaia e sabbia. La rapida e notevole profondità che il mare raggiunge conferisce un colore blu intenso che al tramonto si tinge di quei riflessi viola che danno il nome a questo tratto di costa e, nel contempo, favorisce l’osservazione di cetacei anche a breve distanza.

I movimenti tettonici che hanno prodotto rapidi innalzamenti e sprofondamenti sono testimoniati da una serie di grotte sommerse ed emerse. Queste ultime sono di notevole importanza archeologica per i numeroso reperti lasciati dall’uomo che le ha abitate fin dall’età del Bronzo.

Le pendici scoscese sono praticabili medianti terrazzamenti che un tempo si estendevano in modo continuo lungo tutta la costa, raggiunti dai contadini prevalentemente via mare o attraverso stretti sentieri. Qui vengono coltivate viti per la produzione di un vino ad indicazione geografica tipica. La parte non sfruttata dal punto di vista agricolo è ricoperta di boschi di leccio e arbusteti termo-mediterranei, mentre sulle rupi e le alte falesie  sono molte le specie rupicole endemiche a distribuzione puntiforme (Limonium  brutium, limonium calabrum e senecio gibbosus). L’area è un importante sito di transito dell’avifauna migratoria, che si può osservare durante il flusso primaverile e autunnale.

 

[Tratto da: Reggio Calabria e la sua provincia – Itinerari tra arte, storia e natura – Iiriti editore]

 

Vedi anche: BELLEZZE DI CALABRIA, DOVE IL TIRRENO SI TINGE DI VIOLA