L’ORO DI REGGIO CALABRIA: IL BERGAMOTTO

Di origine ignota, forse proveniente dall’India o dalla Cina, oppure un ibrido derivato da mutazioni e incroci tra rutacee e specie agrumarie. In questo caso sarebbe generato nelle fasce meridionali e orientali del Mediterraneo, forse proprio nella Calabria estrema. Sicuramente il suo habitat è esclusivo della provincia jonica reggina, sulle zone costiere tra Villa San Giovanni e Monasterace. Secondo la leggenda, Cristoforo Colombo lo avrebbe importato in Spagna dalle Canarie e un reggino avrebbe acquistato una talea da un moro per diciotto scudi. Il bergamotto, citrus aurantium bergamia, rivela un’etimologia turca da bergamudi, “pero del Signore”. Si hanno notizie di un limon pusillus calaber nel ‘500, anche se il primo bergamotto fu impiantato nei pressi di Reggio solamente nel 1750. Nello stesso secolo si ebbe il suo primo impiego in cosmesi, l’acqua admirabilis, creata a Colonia, in Germania.

L’albero può raggiungere i tre metri di altezza, con rami pendenti e fiori bianchi d’odore soave. Il frutto è quasi sferico o leggermente piriforme, di color giallo limone. Si coltivano due qualità: la femminella, più piccola e liscia; la castagnara, più rugosa, dall’aspetto meno sferico. Dalla scorza si ottiene l’essenza di bergamotto, liquido di color giallo-bruno, giallo-verde; per ogni quintale di frutti si ricava ½ chilo di essenza.

Anticamente la spremitura veniva praticata a mano, su spugne naturali, ma nel 1844 fu introdotta la macchina calabrese, conseguenza del genio locale, che garantiva resa e qualità. Quest’olio essenziale, solubile in alcol, è utilizzato dalle case di alta profumeria per fissare il bouquet di profumi di qualità, nonostante i surrogati chimici comparsi più o meno recentemente sul mercato. Dal frutto immaturo, invece, si estrae il nero di bergamotto, che risulta meno gradevole dell’essenza, mentre un terzo prodotto è il distillato di bergamotto. Questi derivati trovano utilizzazione, oltre che in profumeria e cosmesi, anche nell’industria farmaceutica, come antisettico e antibatterico. Sopravvive nella provincia reggina un artigiano tradizionale che modella il frutto essiccato a forma di scatola-tabacchiera, ideale per aromatizzare e conservare il tabacco con la giusta dose di umidità.

L’applicazione più conosciuta e tra le meglio riuscite in ambito alimentare si è avuta nel 1830 in Inghilterra,  con l’aromatizzazione al bergamotto di un tè nero che porta il nome di un famoso personaggio, amante di tale bevanda: Earl Grey (il conte Grey). Inoltre, sono ancora giustamente celebri i bombons de Nancy, les bergamotes, caramelle confezionate per  la prima volta in Lorena nel 1857 e comparse in tempi attuali anche nei supermercati locali, insieme a liquori, confetture, dolci e gelati. Dal 1999 il bergamotto è stato dichiarato dall’Unione Europea, prodotto a denominazione d’origine protetta (Dop).

Vedi anche: UN GIOIELLO VERDE DALLE MILLE SFACCETTATURE (IL BERGAMOTTO)

 

[Tratto da: Reggio Calabria e la sua provincia – Itinerari tra arte, storia e natura – Iiriti editore]