A CONCA E U BRACERI

Per i più giovani i termini “conca” e “braceri” dicono poco o nulla per chi è avanti negli anniinvece, questi sono termini che evocano ricordi di fanciullezza quando la famiglia si raccoglieva attorno alla conca per riscaldarsi nei periodi di freddo. Era questo anche un momento di aggregazione e socializzazione quando i più piccoli ascoltavano le fiabe e i racconti di nonne , zie e mamme.

Il “bracere” non è altro che un contenitore metallico circolare dove si accendeva il fuoco  e si teneva la brace in casa.

La “conca” è un grande cerchio in legno fatto artigianalmente con delle assi stondate e dei chiodi con un grande foro al centro per ospitare il bracere.

“Fare il bracere” era un’arte (generalmente se ne occupavano gli uomini di casa). Al suo interno bisognava disporre la corbonella in basso e il carbone sopra. Fatto questo, all’aria aperta,  si ‘mpiccicavano degli esili rametti adagiati sopra un foglio di giornale a sua volta sopra il carbone e quando quest’ultimo  iniziava a “prendere”  con un ventaglio, un pezzo di cartone o altro si “susciava” forte fin quando tutto il carbone diventava rosso incandescente. Solo allora il bracere poteva essere portato in casa ed inserito nell’apposito foro della conca dove  intorno a questa la famiglia si riuniva e si riscaldava.

Da non dimenticare “i scorci i purtuvallu” (o altro agrume) messi sopra la brace a contrastare il monossido di carbonio sprigionato dal carbone.

 

foto tratta dalla pagina facebook: Radio Corso onda calabra