MONUMENTI SUL LUNGOMARE REGGINO: LA STELE A GIOVANNI PASCOLI

Sulla via più conosciuta della città peninsulare dello Stretto, il Lungomare Falcomatà, all’altezza dell’Istituto Magistrale Tommaso Gulli, è stata posizionata una stele a memoria di uno dei grandi poeti italiani dell’OttocentoGiovanni Pascoli. Egli permase a Reggio Calabria tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento quando insegnava Letteratura Latina all’Università di Messina. In quel periodo conobbe il famoso latinista reggino Diego Vitrioli che lo ispirò per la composizione di alcuni versi descriventi questa stupenda terra. Si tratta di una parte della lirica intitolata “Un poeta di lingua morta” facente parte della raccolta “Pensieri e discorsi”. Questi i versi che decantano Reggio incisi sul parte frontale della stele:

“Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Ululano ancora le Nereidi obliate in questo mare, e in questo cielo spesso ondeggiano pensili le città morte. Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine; e qui si fondono formando nella serenità del mattino un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo, tra i vapori della sera, imagine di grandi porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie. È un luogo sacro questo. Tra Scilla e Messina, in fondo al mare, sotto il cobalto azzurrissimo, sotto i metalli scintillanti dell’aurora, sotto le porpore iridescenti dell’occaso, è appiattata, dicono, la morte; non quella, per dir così, che coglie dalle piante umane ora il fiore ora il frutto, lasciando i rami liberi di fiorire ancora e di fruttare; ma quella che secca le piante stesse; non quella che pota, ma quella che sradica; non quella che lascia dietro sè lacrime, ma quella cui segue l’oblio.

Tale potenza nascosta donde s’irradia la rovina e lo stritolio, ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta grandezza. Ma ne è rimasta come l’orma nel cielo, come l’eco nel mare. Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia.”

Sul retro della stele l’omaggio a Pascoli, in latino, dell’illustre latinista reggino Giuseppe Morabito.

stele a giovanni pascoli