L’ASPROMONTE

L’attività di taluni uomini, la pubblicità non certo favorevole dei media, hanno attribuito all’Aspromonte una cattiva fama, quella di  “santuario della malavita”.

Della montagna, all’estremità della catena appenninica peninsulare, ad onor del vero, si è sempre saputo poco. Ricordo a scuola che di questo territorio si parlava per il ferimento al piede dell’”eroe dei due mondi”,  in quel 29 agosto del 1862 quando Garibaldi e i suoi si scontrò con le truppe di Cialdini oppure nel racconto di Corrado Alvaro “Quant’è dura la vita dei pastori in Aspromonte”.

Per chi conosce l’Aspromonte sa che questa “terra selvaggia” nulla ha da invidiare alle foreste del Nord Europa o dell’Africa Equatoriale, ai grandi parchi americani.

Nonostante i problemi dovuti al bracconaggio selvaggio che prende di mira ogni cosa si muova, ai continui incendi, alla costruzione di strade e dighe, l’Aspromonte è un formidabile sistema naturale selvaggio tra i più belli della nostra penisola, non a caso ha ottenuto il titolo di “parco nazionale”.

Interessante la struttura geologica che lo vede scendere sul mar Tirreno ad ovest e sullo Jonio ad est, una notevole varietà di paesaggi partendo dai 1950 metri di Montalto fino a giungere sulle incantevoli spiagge. Si possono ammirare foreste, laghi, pareti scoscese, fiumure (i corsi d’acqua in secca per gran parte dell’anno per poi trasformarsi in torrenti di fango, pietre e detriti all’arrivo delle piogge).

aspromonte

 

La flora presente alle pendice aspromontane è un catalogo di vegetazione mediterranea. A secondo dell’altitudine si possono ammirare querce, pini laricio, abeti bianchi, faggi, castagni, saliconi, ontani neri, oleandri, tamerici, lecci, pioppi tremuli (candelisi), carrubi, fichi d’india, corbezzoli e centinaia di altri alberi, arbusti, erbe e funghi.

flora

La fitta vegetazione e il clima prevalentemente mediterraneo favoriscono la presenza di molte specie di animali che trovano qui un habitat ideale rendendo l’Aspromonte una ricchezza faunistica straordinaria. Tra i mammiferi sono presenti il lupo, il cinghiale, il ghiro, lo scoiattolo, il gatto selvatico, la faina, la volpe, il tasso, la lepre, il riccio, la martora.

Cinghiale_1

Tra i rettili la vipera, il ramarro, il cervone e la testuggine di Hermann. Non mancano gli anfibi con rane, rospi, la salamandra pezzata e l’ululone. I numerosi corsi d’acqua ospitano trote ed anguille e infine troviamo la mantide religiosa, formiche, scorpioni, ragni il picchio nero e il falco pellegrino.

 

vipera

Il punto d’incontro per i visitatori della montagna è la piazza di Gambarie da qui in seggiovia si può raggiungere Monte Scirocco sul versante tirrenico e da una ripida strada lunga circa venti chilometri si arriva alla vetta di Montalto definita “il balcone sullo stretto di Messina”. Il panorama è incantevole, con la Sicilia che, per un gioco di prospettive sembra attaccata al continente, la visuale ci consente di spaziare dall’Etna a sinistra fino alle Isole Eolie a destra.

Per chi ama la storia a soli 7 chilometri dalla piazza di Gambarie,  percorrendo la strada verso Delianova, si giunge al “cippo” dove fu ferito Garibaldi. Da visitare inoltre le Cascate di Maesano e l’immensa diga sul fiume Menta. Tappa d’obbligo anche il pellegrinaggio al “discusso” Santuario di Polsi.