IL TORRENTE SANT’AGATA

L’attuale fiumara di Sant’Agata anticamente si presentava come un fiume, a tratti persino navigabile.

Il disboscamento ha portato ad un allargamento ed innalzamento del letto del torrente, trasformandolo nell’attuale fiumara, ossia un corso d’acqua avente carattere torrentizio, con piene nel periodo invernale e secche in quello estivo.

Molte delle informazioni sul passato di questo territorio sono fornite dallo storico Barrio, attivo nella seconda metà del Cinquecento.

Grazie ai suoi documenti, oggi sappiamo che il torrente era popolato da anguille e trote. Sono state anche tramandate le modalità di pesca.

Gli agatini asserragliavano il corso del torrente con pali e frasche, per poi spargere nella parte superiore calce viva. In questo modo le trote, asfissiate, venivano condotte contro le barriere a valle per essere infine raccolte con facilità.

Queste pratiche, dannose sia per la flora che per la fauna locali, sono state ormai abbandonate, anche se il loro utilizzo, documentato fino a metà del secolo scorso, ha portato alla quasi scomparsa di trote e anguille nel Sant’Agata.

 

Tratto da “Il bollettino archeologico di Motta Sant’Agata” n°1, a cura di Francesco Ventura

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