CENNI STORICI SUL RIONE SBARRE DI REGGIO CALABRIA

Quelle riportate sono notizie che scaturiscono dalle attività degli abitanti, dalla loro condizione sociale, dall’opera dei governi comunali e centrali e dalle iniziative delle autorità ecclesiastiche, che per prime, hanno cercato di raccogliere ed identificare le popolazioni attraverso l’istituzione delle parrocchie.

Numerose sono quelle che possiamo attingere dalla Storia di Reggio di Domenico Spanò Bolani che scrisse verso la fine dell’Ottocento quando il rione Sbarre era già delineato e completo sia per i suoi confini sia per le istituzioni e le attività in esso esistenti. Le più remote e più verosimili risalgono all’anno 1802, all’epoca delle scorrerie musulmane che, negli anni precedenti, impedirono il formarsi di nuclei di una certa consistenza, nella data suddetta vi fu l’ultimo grande scontro tra reggini e pirati vicino all’odierna chiesetta dell’Itria. I pirati furono scacciati dalle coste ed il territorio godette, finalmente, di una certa tranquillità.

La popolazione cominciò ad aumentare poiché l’insediamento di famiglie nella zona fu favorito dalla presenza di abbondanti acque sotterranee che resero facile la costruzione di numerosi pozzi consentendo la possibilità di praticare le attività agricole.

La zona assunse ben presto, l’aspetto di campagna vicino alla città.

Venne chiamata “Rione Sbarre” perché era munita di sbarre come passaggio a livello: le sbarre consentivano alla guardia civica di controllare l’entrata e l’uscita dei prodotti facendosi corrispondere la “gabella”, cioè una tassa che serviva a rinsanguare le finanze locali.

Lo stesso Spanò Bolani col toponimo Sbarre indicava la zona compresa tra il torrente Calopinace e il torrente Sant’Agata e si riferiva certamente all’istituzione della “sbarra doganale”.

Tale interpretazione viene confortata dal fatto che anche nel comune di Melito Porto Salvo esiste un rione “Sbarre” collocato appunto ai confini del comune, laddove sorgeva un tempo la cinta daziaria.

Nella narrazione degli avvenimenti della rivolta del 1721 contro il mal governo spagnolo, si parlava di “villani delle Sbarre e di San Sperato”.

Più marcatamente, il territorio di Sbarre, all’epoca in cui racconta, aveva i seguenti confini: a nord l’argine del torrente Calopinace; a sud il torrente Sant’Agata, ad ovest la strada ferrata e la spiaggia jonica; a est la via Sbarre Centrali e, parallelamente, la via Sbarre Superiori e si estendeva fino ai gradoni dell’altopiano di Modena.

 

Tratto dal libro LA STORIA, LE STORIE GEBBIONE  – LUCE SU UN QUARTIERE DI REGGIO CALABRIA, di PAOLA MALLAMO edito nel settembre 2005 da LARUFFA EDITORE SRL