CHIESE REGGINE SCOMPARSE: L’ANGELO CUSTODE

È stata eretta nel 1671 dalla nobildonna “sbarrota” Marianna Velasco, nella sua stessa casa, nella quale ella abitava, ai confini tra l’antica parrocchia di Loreto e quella del Soccorso.

Era una casa ampia, nel bel mezzo di un ampio giardino, in contrada Calamizzi.

La Velasco stabilì che tutti i suoi beni andassero come proprietà all’arcivescovo del tempo per il mantenimento della chiesa dell’Angelo custode. Era una piccola chiesa e dentro vi era, sull’altare, un’icona dipinta a olio raffigurante l’Angelo custode. Era un beneficio semplice e la stessa Velasco, sempre nel suo testamento, chiamò ad officiarla il sacerdote Silvestro Marra.

Nel 1749, la chiesetta beneficiale era passata di diritto patronato della famiglia Giordano, la quale pagava dieci ducati annui a un frate del convento di San Francesco di Paola perché vi celebrasse la messa domenicale e festiva. Tuttavia, gli eredi non furono animati dalla stessa devozione verso l’Angelo custode della fondatrice. Infatti, l’arcivescovo Domingo Polou che, in quell’anno la visitò, osservò che dalla chiesetta partiva una scala che conduceva ad un granaio. Naturalmente la chiesetta era luogo di transito ai proprietari e ai coloni. L’arcivescovo ordinò di togliere subito la scala, pena la scomunica maggiore, e che intanto non si officiasse per nulla e si chiudesse la chiesetta.

Il 13 dicembre 1812, la chiesetta è in funzione: le sue rendite assommano a ducati 19,35; cappellano è D. Tommaso De Vito, morto nel 1822 e data, come beneficio, all’accolito Luigi Tripepi di Cardeto, il futuro cardinale. Nel 1824 è data al diacono D. Antonino Menniti di San Lorenzo, fino al 1830, quando appare beneficiato il sacerdote Nicola Laboccetta. Il 22 dicembre 1859, vuole restaurare la chiesa e costruire la sacrestia.

La chiesetta disparve verso la fine del secolo, e di essa non rimase traccia alcuna, eccetto il nome alla via, che poi fu mutato in quello di Loreto.

[Tratto da: “La Parrocchia di S. Maria di Loreto a Sbarre in Reggio Calabria” di Nicola Ferrante edito da Laruffa]