STORIA REGGINA: IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO DA PAOLA

Con gli Angioini il territorio di Sbarre visse un’epoca di guerre e di tribolazioni. Le popolazioni non erano più sicure di nulla: all’improvviso apparivano soldati francesi, aragonesi, milizie locali e, ancor più temibili, gli almugaveri. Erano questi ultimi una fanteria mobile catalana, che colpiva con decisione e scompariva. Era una guerra nuova; peggio della guerra tradizionale e di quella civile.

Dopo i secoli bui, ancor più dolorosi per il ricordo del tempo felice bizantino-normanno, nuova speranza fiorì con gli Aragonesi, ma le anarchie feudali e le continue guerre dei baroni contro la monarchia vanificarono la buona volontà di quei Sovrani.

A Paola, frattanto, sorgeva un sole, la cui Charitas avrebbe portato luce e calore all’intera Calabria.

San Francesco era morto in terra di Francia nel 1507, e appena ventiquattro anni dopo, l’arcivescovo reggino Centelles, per aderire al desiderio dei Reggini, offrì un terreno proprietà della mensa arcivescovile, posto fuori la porta San Filippo, nella contrada Dragoneri, poi detta Gabbella e poi ancora carceri, per la costruzione del convento dei Minimi.

Il convento, alla gente che da Sbarre si recava in città, appariva come una fortezza. E doveva essere tale per difendere i fabbricati dalle piene improvvise e irruenti del Calopinace. All’interno di un solido muro di recinzione, vi erano i fabbricati con numerosi stanzette per i frati, le sale per le riunioni e la biblioteca.

Accanto al convento si elevava una bellissima chiesa a tre navate, con tredici altari: sei a destra e sei a sinistra, che facevano come corona all’altare maggiore dedicato a San Giuseppe. Vicino si stendeva un rigoglioso giardino col pozzo. I grossi muri difendevano dal caldo in estate e dal freddo in inverno.

In genere, il convento ospitava una decina di frati. Essi avevano cura della loro formazione e di quella delle popolazioni delle campagne di Sbarre, con visite frequenti ai casolari, prediche e missioni. I fedeli di Loreto nel cui territorio si trovava il convento, ne erano affezionati e molti di essi desideravano essere seppelliti nella chiesa del convento dopo la loro morte.

Il convento tanto benemerito fu soppresso col terremoto del 1783; e l’edificio dal 1821 fu adattato a carcere. Oggi è sede degli uffici giudiziari riguardanti i minori.

[Tratto da “La parrocchia di s. Maria di Loreto a Sbarre in Reggio Calabria” di Nicola Ferrante edito da Laruffa]