TRADIZIONE E STORIA DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DI POLSI (A MARONNA RA MUNTAGNA)

Nel cuore dell’Aspromonte in località Polsi nel comune di San Luca, posizionato in una profonda e solitaria vallata dalle alte e scoscese pareti, attraversata dalla fiumara Bonamico, è ubicato il santuario della Madonna di Polsi o Santuario della Madonna della Montagna (per i reggini a Maronna ra muntagna).

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 Questi è un santuario mariano, uno dei più noti del meridione che dall’inizio della primavera fino ad ottobre è animato dalla presenza di pellegrini provenienti oltre che da Reggio anche dal resto della Calabria e dalla vicina Messina.

Il 24 agosto inizia la solenne novena e la grande veglia di preghiera fino ad arrivare alla festa della Madonna che si celebra il 2 di settembre con la cerimonia eucaristica  e a seguire, per le strade di Polsi, la processione con la statua della Vergine, offerta al sacro luogo, dai cittadini di Bagnara che hanno il privilegio di preparare e penare in processione. Nel tratto finale, al grido di “Viva Maria” la Madonna viene sollevata e mostrata al popolo.

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La leggenda narra che nell’anno 1111, a Bagnara, alcuni pescatori intenti a tirare le reti, scorsero in mare una barca con due ceri accesi. Tirata a riva, venne rinvenuta a bordo una statua della vergine. I pescatori decisero di portare la Sacra Reliquia verso i monti per custodirla in un tabernacolo. Aggiogati un paio di buoi si diressero verso l’Aspromonte, ma dopo essersi accampati per la notte, il mattino dopo, si accorsero con stupore, che la Statua era scomparsa. Ogni tentativo di ritrovarla fu invano.

 

Nel 1144, un pastore oriundo, di Santa Cristina d’Aspromonte, di nome Italiano, alla ricerca di un giovenco che si era perduto, lo trovò inginocchiato presso un roveto in località Nardello, che dissotterrava una croce di ferro; gli apparve quindi la Beata Vergine col Bambino che gli disse: Voglio che si erga una chiesa per diffondere le mie grazie sopra tutti i devoti che qui verranno a visitarmi”.

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 A questo miracoloso rinvenimento si fa risalire l’origine del monastero che fu, inizialmente, curato dai monaci dell’ordine di San Basilio Magno, praticanti il rito greco e successivamente, con l’abolizione di questo rito, il Santuario passa sotto la giurisdizione dei vescovi di Gerace.

Durante la prima metà del secolo scorso, il Vescovo di Gerace Idelfonso del Tufo, ingrandì la chiesa, la impreziosì con stucchi e decorazioni rendendola più accogliente, da una piccola e modesta chiesa di montagna divenne un vero tempio mariano che ravvivò nel popolo della diocesi il culto e la fede verso la Madonna della Montagna iniziò così una rinascita culturale e religiosa. Il Santuario ritrovò lo splendore spirituale delle origini e divenne il santuario più conosciuto della Calabria, meta di pellegrini anche dalla vicina Sicilia.

Nella chiesa di Polsi si venera un bellissimo simulacro della Madonna con il bambino in braccio, in pietra tufacea di notevole bellezza e lucentezza. A parte le leggende nulla si sa come arrivò questa statua nella valle di Polsi.

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Tra i vari reperti custoditi all’interno della chiesa quello più misterioso è la strana piccola Croce di ferro, dalla cui asta centrale si sviluppano due braccia dalle volute irregolari e singolari, non riscontrabili in nessun altro tipo di Croce.

I pellegrini che giungono al Santuario, esprimono la loro devozione con canti e tarantelle che precedono e seguono la celebrazione della messa. Si danza accompagnati dalla zampogna, dalla fisarmonica e dal ritmo delle mani.
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