PERSONAGGI ILLUSTRI REGGINI: GIUSEPPE DE NAVA

Giuseppe De Nava nasce a Reggio Calabria il 23 settembre 1858 da Francesco ed Elisabetta D’Agostino. Appartenente alla nobile famiglia reggina dei De Nava svolse gli studi liceali in riva allo Stretto per poi spostarsi a Napoli per intraprendere quelli universitari di giurisprudenza. A soli vent’anni, nel 1878, si laureò brillantemente dedicandosi successivamente all’approfondimento degli studi economici per intraprendere la  libera professione.

Nel 1893 vinse un concorso per referendario al Consiglio di Stato partecipando così a numerose commissioni legislative. Gli studi universitari, poi l’attività forense e quella di referendario svolti in contatto con le leve politiche ed economiche dell’industria, influenzarono sensibilmente la sua formazione intellettuale in senso conservatore, facendogli abbandonare le precedenti posizioni vicine alla sinistra liberale. Nel 1896 ebbe il primo incarico di capogabinetto da Giulio Prinetti, un deputato della Destra conservatrice che nel terzo governo di Rudinì deteneva il portafoglio dei Lavori pubblici. Su segnalazione dello stesso Prinetti, De Nava fu designato membro del Consiglio delle Miniere, approfondendo le sue conoscenze dei problemi economico-finanziari e delle esigenze della grande industria nazionale.

Nel 1897 si candidò alle elezioni per la XX legislatura nel collegio di Bagnara Calabra e non in quello di Reggio per timore della diretta competizione con il deputato liberaldemocratico uscente Biagio Camagna. Fu eletto alla Camera ma l’elezione venne annullata per incompatibilità con le funzioni di consigliere di stato. Si dimise da quell’incarico e vinse, comunque, le elezioni supplitive a spese del radicale Patamia.

Da deputato, Giuseppe De Nava, fu particolarmente attivo nel settore dei Lavori Pubblici, si occupò della riforma dell’amministrazione statale, dell’ammodernamento delle ferrovie e sulla riduzione delle relative tariffe per agevolare gli scambi da e verso il Meridione, sulla lotta per l’alfabetizzazione, alle assicurazioni contro gli infortuni in agricoltura e quelle contro le malattie. Anche alle elezioni successive fu eletto con un gran numero di voti e nominato sottosegretario di Stato del governo Sonnino dove fu importante il disegno di legge da lui presentato riguardo i provvedimenti a favore della Calabria. Da evidenziare il suo impegno sui piani di risanamento idrogeologico e contro una politica di disboscamento indiscriminato e nel risolvere i gravi problemi di Reggio e Messina post terremoto del 28 dicembre 1908. Dal 1916, in successione, fu ministro dell’Industria, Commercio e Lavoro nel Governo Boselli, dei Trasporti Marittimi e Ferroviari nel governo Orlando, dei Lavori Pubblici prima e delle Finanze dopo nel governo Nitti, del Tesoro in quello Bonomi.

Giuseppe De Nava anche se non dotato di particolari abilità oratorie era, in quel tempo, uno dei politici più preparati e competenti e per queste sue doti partecipò come rappresentante dell’esecutivo ai convegni internazionali e alla Conferenza di Pace di Parigi.

Alla vigilia dell’avvento del fascismo, il 27 luglio 1922, Vittorio Emanuele III decise di affidargli l’incarico del nuovo governo, ma decise di rinunciare visti gli insanabili contrasti che vi erano tra i partiti e le sue  non buone condizioni di salute.

Giuseppe De Nava morì a Roma il 27 febbraio del 1924. Nel suo testamento donò la villa di famiglia al Comune di Reggio Calabria con l’annesso patrimonio librario, a condizione di costituirvi una biblioteca pubblica che unita alla Comunale (già “Ferdinandiana”, istituita nel 1818) divenne l’odierna Biblioteca Comunale Pietro De Nava intitolata alla memoria del fratello.