LA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA, CENNI DI STORIA: LA MAGNA GRECIA

Nell’VIII secolo a.C. la Grecia viveva una crisi di carattere economico e sociale: la sterilità del suolo, l’esplosione demografica, una società instabile a causa delle lotte di predominio politico, sono alcuni tra i motivi che portarono all’imponente esodo da parte della popolazione che,  seguendo le indicazioni dell’oracolo di Delfi, si mise in marcia verso Occidente. Quando approdarono sulle coste joniche calabresi, i Greci si trovarono una terra stupenda che li ripagava degli enormi sforzi profusi, dove la leggenda di Eracle e degli eroi scampati al massacro troiano li aveva preceduti. Le colonizzazioni seguivano un iter razionale che teneva conto della fertilità del terreno, della difendibilità dei luoghi, della presenza di popolazioni indigene. In Calabria gli Achei fondarono Crotone e Sibari, cui si deve probabilmente, tra fine VIII e inizi VII secolo a.C., l’origine di Kaulonia (odierna Monasterace Marina). Reggio fu fondata dai Calcidesi nel corso della seconda metà dell’VIII secolo a.C. e la sua zona d’influenza arrivava fino al fiume Metauro (odierno Petrace) nella fascia tirrenica e sulle sponde dell’Halex (identificato da alcuni studiosi nella fiumara dell’Amendolea, più recentemente in quella di Palizzi) in quella jonica. Alla fine dell’VIII secolo a.C. i Locresi di Grecia fondarono Locri, con una cinta muraria di circa 7 chilometri e un’estensione di 230 ettari. Importanti subcolonie locresi furono Medma (odierna Rosarno) e Hipponion (Vibo Valentia); anche Matauros (Gioia Tauro) entrò nell’orbita di Locri. In questa parte di Calabria, la sicurezza e il benessere, raggiunti con notevoli sacrifici, furono messe in pericolo da lotte di predominio che portarono Crotone a soccombere a Locri e poi a distruggere Sibari, e ancora alla continua rivalità fra Locri e Reggio. Ben più gravi furono le conseguenze delle mire espansionistiche di  Dionisio I, tiranno di Siracusa. Passata nell’orbita di Roma, Locri e Reggio, a differenza dei centri della Calabria settentrionale più riottosi e per questo brutalmente sottomessi, furono città confederate con garanzia di una relativa tranquillità. La costruzione della via Popilia (132 a.C.) che si congiungeva con l’Appia a Capua snodandosi con un percorso interno fino a Reggio, valse a rompere l’antico isolamento e nello stesso tempo favorì l’arrivo del cristianesimo. Infatti, pur se la tradizione vuole che la religione cristiana sia nata a Reggio grazie alla presenza di San Paolo, più verosimilmente c’è da credere che il seme evangelico sia giunto proprio da nord, attraverso la via Popilia, ma non prima del  III-IV secolo. Sul versante jonico fu costruita una via costiera a partire da Reggio, lungo la quale furono erette strutture per la sosta e i rifornimenti che si svilupparono in abitati anche di una certa rilevanza.

[Tratto da: Reggio Calabria e la sua provincia – Itinerari tra arte, storia e natura – Iiriti editore]