I BORGHI DI CALABRIA: JATRINOLI E RADICENA

Si può percorrere un itinerario a piedi nel centro di Taurianova scegliendo come punto di partenza lo spiazzo antistante l’ospedale, sito all’ingresso della cittadina. A fianco della struttura ospedaliera (intitolata alla Principessa di Piemonte, che nel 1932 la inaugurò personalmente), è situata la chiesa di Santa Lucia, un tempo dedicata all’Immacolata. Proseguendo sulla via Principessa di Piemonte, nel cuore dell’antica Jatrinoli, si arriva a Piazza Vittorio Emanuele II, con la fontana monumentale dello scultore Michele Barillari (XVII secolo). Sulla piazza si affaccia il Palazzo Contestabile, risalente alla metà del XIX secolo e in fase di restauro. Al di là della strada si trova la Chiesa dei S.S. Pietro e Paolo, chiesa matrice dell’antica Jatrinoli, al cui interno è custodita una statua della Vergine. Ritornando sulla statale, pochi metri più avanti, sulla sinistra, via Libertà conduce alla bella Piazza Municipio, al centro della quale è collocato il monumento ai caduti di Jatrinolo nella guerra 1915/18, statua in bronzo fuso di un fante, opera dello scultore Fortunato Longo.

Riprendendo la via principale, sulla destra si noterà subito la macchia verde della Villa Comunale. Poco più avanti, attraversando la via XXIV maggio, si arriva a Piazza Italia, cuore della vecchia Radicena, dove si trovano il monumento ai caduti di Radicena (opera del Romeo), sul quale spiccano due aquile in bronzo fuso, una sottomessa all’altra, che simboleggiano la vittoria italiana contro le forze austro-ungariche), e la Chiesa del Rosario. La chiesa con l’annesso edificio che un tempo ospitava il Convento dei Domenicani, risale alla prima metà del XVII secolo. In seguito al terremoto del 1783 sia il tempio che il convento vennero distrutti, per essere ricostruiti nel 1803. Qualche anno dopo il convento fu soppresso in seguito a decisione del governo d’occupazione francese.

Il terremoto del 1908 minacciò nuovamente le strutture della chiesa, ma i danni furono riparati nel corso degli anni. La facciata richiama impronte classiche e propone un portale in pietra tufacea di ispirazione barocca. Una lapide in marmo, datata 1803, riporta lo stemma dei Domenicani.

L’interno è a navata unica, e vi è custodito un medaglione in marmo del secolo XVI raffigurante la madonna col Bambino, opera forse del Sansovino.

Altre opere significative sono le statue dei S.S. Pietro e Paolo (la prima scomparsa) scolpite su lastroni di marmo e collocate ai lati dell’altare maggiore; l’altare della Madonna del Carmine, opera di Michele Barillari; due sculture lignee ottocentesche di San Giovanni Evangelista e del Cristo Risorto.

Una parte notevole del patrimonio artistico della chiesa è andata distrutta in seguito al crollo del tetto, come pregevoli oli su tela, o addirittura trafugata nel periodo in cui rimase chiusa al pubblico. Del convento resta ben poco: il portale, un pozzo e una fontana.

A breve distanza della Chiesa del Rosario, sulla via XX settembre, si potrà ammirare il pregevole edificio che ospitava l’ex municipio di Radicena, attualmente in fase di restauro.

Adiacente a Piazza Italia è Piazza Garibaldi, caratterizzata dal busto in marmo di Gemelli Careri e dal Palazzo Lo Schiavo.

Proseguendo poi per via Roma, lungo la quale si trova il bel Palazzo dei Conti Pontalto, arriveremo a Piazza Macrì, e alla Chiesa di Maria SS. Delle Grazie, il duomo di Taurianova. Più volte ricostruito in seguito ai terremoti, si trova sul medesimo sito della Chiesa di Santa Maria del Casale di Radicena. Di ispirazione romanica, presenta ai lati della facciata due torri campanarie a pianta quadrata illuminate da trifore. Il portale centrale della facciata è sormontato da un arco e da rosone. L’interno è a tre navate: sulla base dell’altare maggiore insiste un bassorilievo con cinque colonne marmoree che formano quattro archi e ai cui lati sono rappresentate quattro figure femminili. Nella volta dell’abside, un bellissimo mosaico raffigura il mistero di Gesù. Sull’altare è collocata la statua lignea della Madonna della Montagna, forse opera dello scultore Michele Salerno, donata da N. Vincenzo Sofia. A lei, incoronata regina di Taurianova nel 1994, si rivolge principalmente la devozione dei taurianovesi.

Da piazza Macrì, percorrendo per qualche metro la via Lo Schiavo, si noterà il Palazzo Rosa Zerbi, che ospita la caserma dei carabinieri.

Ritornando sulla piazza e risalendo la via Roma, incontreremo sulla destra, la Chiesa dell’Immacolata.

All’interno è custodito un bel gruppo marmoreo della Madonna del Soccorso, attribuito al messinese Rinaldo Bonanno (secolo XV), e secondo alcuni proveniente dalla distrutta chiesa del rosario, nella zona di Vatone, presso Radicena.

Ripresa via Roma, poco più avanti, si noterà la facciata di Palazzo Zerbi, una delle più interessanti testimonianze del barocco calabrese. La sua costruzione è attribuita all’architetto F. Frangipane,  e risale alla seconda metà del XVIII secolo, ricalcando la tipologia tipica dei palazzi nobiliari napoletani di quel periodo.

La facciata si caratterizza per il notevole portale granitico, che dà accesso al cortile interno. La costruzione si sviluppa in due strutture laterali al cortile alle quali si accede da uno scalone a doppia rampa. Frontalmente un secondo portale, corrispondente a quello d’ingresso, apre sul giardino posteriore.

Poco oltre il palazzo. Sulla stessa via, apparirà la chiesa di San Nicola, di proprietà della famiglia Zerbi.

Le altre chiese di Taurianova sono la Chiesa di San Giuseppe, sul Corso F. Sofia Alessio, che ospita otto bassorilievi raffiguranti la vita del Santo, e, sulla via Cappuccini, la Chiesa dell’Addolorata, opera dell’architetto locale Barillà, con l’annesso Convento dei Frati Francescani.

A pochi passi il Cimitero, la cui facciata monumentale ha richiami gotici. Al suo interno si trovano importanti sculture di artisti locali come il Monteleone ed il Romeo, ed un pregevole lapide marmorea realizzata in onore del Capitano di Ventura  Francesco Maria Moretti.

 

Tratto da: Taurianova. Nel “gran bosco d’ulivi” edito da Laruffa, 2002