DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II ALLA CITTADINANZA DI REGGIO CALABRIA

Desidero manifestare il mio sincero ringraziamento al signor ministro, al presidente del consiglio regionale e al signor sindaco per le elevate parole che mi hanno rivolto e per le nobili espressioni con le quali hanno accolto il mio arrivo in questa meravigliosa città.

Ringrazio soprattutto voi qui presenti, cittadini di Reggio Calabria, per l’entusiasmo che mi manifestate e per la gioia che leggo sui vostri volti.

Anch’io sono lieto di trovarmi in mezzo a voi: attendevo con ansia questo momento, e sono ora grato a Dio che mi ha dato di viverlo nella cornice di questo incontro, caratterizzato da tanto calore e da tanta spontaneità.

Ecco l’antica Reggio, le cui origini si perdono nella notte dei tempi! Ecco la Reggio della Magna Grecia, di cui ancora conservate le vestigia monumentali e i preziosi cimeli nel vostro importante Museo nazionale, che ora accoglie anche i due grandi bronzi di Riace.

La storia di Reggio corre lungo i filoni delle grandi civiltà classiche europee: la greca, la romana, e la cristiana.

Nel toccare il suolo di questa città, provo una viva emozione al considerare che qui approdò, quasi duemila anni fa, Paolo di Tarso, e che qui l’Apostolo delle genti accese la prima fiaccola della fede cristiana; da qui il cristianesimo ha iniziato il suo cammino in terra calabra, espandendosi in ogni direzione, sia verso la costa ionica sia verso la fascia tirrenica. È questo un primato che mi piace sottolineare e che è motivo di giusto orgoglio per la Chiesa e per la città di Reggio Calabria.

Il vostro cristianesimo, ormai bimillenario, ha permeato le radici più profonde della vostra civiltà e della vostra cultura e vi ha dato la forza di far fronte con coraggio, e talvolta con eroismo, ai difficili momenti della vostra storia, durante le molteplici invasioni e dominazioni che la Calabria ha dovuto subire.

Ma soprattutto, il vostro animo temprato dalla fede ha trovato la forza di resistere alle calamità naturali; per due volte il terremoto, nel 1783 e, più recentemente, nel 1908, ha distrutto la vostra città, e per due volte l’avete ricostruita più grande e più bella.

Sì, la natura ha dotato di una bellezza particolare questa terra: Reggio, con l’azzurro intenso del suo cielo e le chiare acque del suo mare, con lo splendore del suo sole e il verde dei suoi monti aspromontani e, dall’altra parte dello stretto, la dirimpettaia Messina, città egualmente meravigliosa, con i monti Peloritani e con l’Etna che giganteggia sullo sfondo del mar Ionio, compongono uno degli scenari più suggestivi che sia dato ad occhio umano contemplare.

Ma l’affascinante storia del passato e la bellezza della natura non mi fanno dimenticare la vostra odierna condizione, le difficoltà economiche e sociali nelle quali la città e la provincia di Reggio si dibattono. Oggi, sono qui in mezzo a voi con la piena consapevolezza di trovarmi in una regione del Mezzogiorno e nella città del più profondo Sud d’Italia, dove i problemi della “questione meridionale” nei suoi molteplici aspetti, geologici, economici, sociali, morali, amministrativi e politici, come pure culturali e religiosi, si manifestano nel modo più grave e talvolta più drammatico.

Sono problemi che da tempo aspettano le giuste soluzioni; non v’è dubbio che in questi ultimi trent’anni molto si è fatto; ma ancora moltissimo rimane da fare sia attraverso l’intervento dello Stato, sia mediante la sollecita e concorde opera della regione, delle province e dei comuni, sia con la coraggiosa imprenditorialità dell’iniziativa privata.

Molte sono state le attese deluse; molti, d’altra parte, sono i motivi di speranza per uno sviluppo economico, agricolo, industriale, turistico e commerciale di questa parte importante della Calabria.

C’è poi il problema della disoccupazione che qui a Reggio è particolarmente acuto; la disoccupazione dei giovani, la disoccupazione intellettuale. È l’effetto del mancato sviluppo e della crisi economica che, nel contesto di tutti gli altri problemi, diventa causa di mali ancora più gravi. E come non ricordare ancora il fenomeno delle attività criminose e mafiose e le preoccupanti forme di omertà e di corruzione che esso genera!

Oggi, sono qui per dire a tutti voi una parola di incoraggiamento e di speranza. Vi invito innanzitutto a resistere alla tentazione del male, a fortificare le vostre virtù umane, a far convergere tutte le vostre energie di intelligenza e di cuore, che sono tante e così valide, verso l’edificazione di una società migliore, più giusta, più ordinata, più umana, una società degna della tradizione cristiana della vostra civiltà.

La Vergine santa che voi venerate col titolo tanto significativo e propiziatorio di Madonna della Consolazione, vi aiuti e vi consoli sempre. A lei si elevi con particolare intensità la vostra preghiera in questo mese di ottobre, dedicato al Rosario.

Reggio! Città che hai nelle tue radici la fede di Paolo. Reggio! Che hai un cuore antico ma sempre giovane e caldo, nel nome di Dio ti saluto e ti benedico!

Piazzale del Torrente dell’Annunziata (Reggio Calabria) – Domenica, 7 ottobre 1984