ALLUVIONE A REGGIO CALABRIA E PROVINCIA  NELL’OTTOBRE 1953

Dal 21 ottobre 1953 un evento alluvionale ha interessato la Calabria Centro-Meridionale.

La pioggia cominciò con modesta intensità nel pomeriggio del 21 raggiungendo valori notevoli nella notte e punte massime nella mattinata del 22 (Badolato 362 mm, Stilo 315 mm, Montebello Ionico 292 mm, Ferdinandea 288 mm, Motta S. Giovanni 281 mm, Strongoli 268 mm, Punta Stilo 262 mm, Cittanova 90 mm, Maida 82 mm) continuando a cadere fino al 29 di quel mese.

La violenza delle precipitazione piovane hanno causato frane e crolli, interruzioni stradali e telefoniche, morti e centinaia di feriti, la piena di tutti i corsi d’acqua calabresi che tracimando, in centri abitati e zone coltivate, hanno causato danni e distruzione.

A Reggio Calabria 5000 case sono state distrutte o danneggiate e circa 4000 sono stati gli sfollati. Alcuni torrenti sono straripati facendo franare via Villini Svizzeri e provocando crolli di abitazioni in via Cappuccinelli, nei rioni di Tremulini, Pescatori, San Giovannello e Vito.

La fiumara San Giovanni ha prodotto danni nella zona di Pellaro, il Valanidi e l’Armo hanno prodotto decine di vittime ed ingenti danni, a San Gregorio 11 persone sono morte in seguito al crollo delle loro case; le frazioni di Trunca, Oliveto e San Giuseppe sono rimaste isolate; altre 14 vittime si sono avute a Saracinello (sorprese nel sonno dalle acque),  altre ancora ad Oliveto (sono crollate 10 case) e a Rosario Valanidi. Le acque del Sant’Agata hanno invaso il rione Modena.

A Montebello gli abitanti sono rimasti isolati a causa di una enorme frana che ha ostruito l’unica strada di accesso al paese. Altre frane hanno  colpito Cataforio, parzialmente evacuato Giffone.

Le piene dei corsi d’acqua della zona jonica della provincia di Reggio Calabria hanno prodotto gravi danni per le esondazioni e d il deposito di materiale a valle sproporzionato rispetto alla limitata estensione dei loro bacini. La fiumara Careri, a Platì, ha asportato la centina della luce centrale del ponte già distrutto dall’alluvione del 1951.

Le fiumare  Ferro e Valenziana hanno rotto gli argini irrompendo nell’abitato di Bagaladi; la fiumara Tuccio, sempre nella zona di Bagaladi, è straripata inondando estesi terreni coltivati e provocando il crollo di alcuni casolari. Il torrente Bonamico ha fatto crollare un ponte in legno interrompendo la strada provinciale Melito-Bagaladi.

Ingenti i danni anche a Condofuri, Bovalino, Bianco, Siderno, Gioiosa, Roccella, Mammola, Sant’ Eufemia e Grotteria.

La ferrovia ionica ha subito interruzioni in venti punti e non vi è stato tronco stradale che non sia stato danneggiato dalle acque o dalle frane.

 

Nella zona tirrenica allagamenti hanno colpito Taurianova, Cinquefrondi, Polistena, Laureana e Rosarno. La piena del Mesima ha travolto il ponte sulla S. Ferdinando-Terranova. Il fiume Petrace ha allagato le campagne circostanti.

Oltre cento le vittime umane.