VITTORIO EMANUELE III DIVENTA RE D’ITALIA A REGGIO CALABRIA

Il 29 luglio 1900, a Monza alle 22:25 circa, Re Umberto I, nel salutare la folla si sporse dalla sua vettura divenendo facile bersaglio per l’anarchico Gaetano Bresci che da appena tre metri di distanza , sparo’ 4 colpi di calibro 38. Il Re, colpito tre volte al petto, mori’ cadendo in avanti, sulle ginocchia del generale Quinto Avogadro. Umberto e Margherita avevano un solo figlio, Vittorio Emanuele, in quel momento a bordo dello “Yela” in navigazione per una crociera. Tutti i semafori della Regia Marina e i presidi militari dislocati presso le coste d’Italia, ricevettero l’ordine di segnalare al panfilo Reale di avvicinarsi alla costa. Il 1* agosto  del 1900 nei pressi del semaforo di Capo Spartivento, due marinai intenti a sbrogliare un velaccio, avvistarono una nave a vela, uno dei due, utilizzando il fischietto che teneva sempre legato al collo, emise tre sibili rapidi chiamando l’adunata. In breve tempo tutte le vedette furono mobilitate. All’orizzonte era apparsa la sagoma pigra, lunga e snella, di una nave che gonfiava a fatica le vele, la sagoma era quella dello “Yela”. Il vecchio maresciallo che comandava il semaforo, sali’ fino all’ultimo piano della terrazza dove, in un angolo erano riposte le bandiere di segnalazione. Nello stesso momento dalla costa parti’  un cacciatorpediniere che abbordo’ il panfilo, ancor prima che quest’ultimo facesse in tempo a calare l’ancora. Appena salito a bordo il tenente di vascello Giorgi, fedele agli ordini ricevuti, si rivolse a Vittorio Emanuele: “Sua Altezza é atteso urgentemente a Monza, per lo stato grave della salute del re, Vostro Padre. Ho il dovere di garantire personalmente sulla Vostra sicurezza. Vi prego di trasferirvi sulla mia nave.” Secondo gli ordini, il Principe doveva essre trasferito a Reggio Calabria dove, ad attenderlo, avrebbe trovato il treno Reale. Poche ore dopo, il convoglio Reale, composto da sei vetture, partiva con priorita’ verso Monza. Fu cosi’ che proprio a Reggio Calabria, Vittorio Emanuele apprese della morte del padre e seppe di essere Re d’Italia.

[Tratto dalla pubblicazione Brancaleone tra natura e cultura (a cura del comitato di Gestione della Biblioteca Comunale “Cesare Pavese” di Brancaleone)]