SANTUARIO DI POLSI, LUOGO SACRO TRA PELLEGRINI E “NDRANGHETA”

A Polsi, nel comune reggino di San Luca, nel cuore dell’Aspromonte, la natura calabrese si presenta nelle sue forme più rare e spettacolariSulle pendici scoscese rese aride dal sole cocente, tra le rocce,  piante e alberi che vivono e vegetano nell’aridità, troviamo la vallata che ospita il Santuario della Madonna di Polsi (a cresia ra Maronna ra Muntagna), noto centro di pellegrinaggio balzato alle cronache anche per il suo rapporto storico-tradizionalista con la ‘ndrangheta.

A documentare che il Santuario della Madonna della Montagna è una sorta di “santuario della ‘ndragheta furono i Carabinieri che nel settembre 2009, nell’ambito dell’inchiesta “Crimine”,  filmarono i boss riuniti in circolo davanti alla facciata della chiesa. Parlano fra loro, discutono di strategie criminali, consacrano i loro capi, svolgono i processi interni, si dichiarano guerre, decidono se aprire o chiudere un locale di ‘ndrangheta.

Dunque la religione è un elemento importante di cui la ‘ndrangheta si serve per radicare la propria presenza e rafforzare il proprio consenso nel territorio.

Nicola Gratteri, magistrato reggino, profondo conoscitore del fenomeno afferma: “Di fronte ai capimafia, ci sono preti che chiudono un occhio e preti che li chiudono tutti e due , stiamo studiando il rapporto tra Chiesa e ’ndrangheta, ed emergono cose piuttosto spiacevoli per la Chiesa. Gli affiliati prima di uccidere pregano la Madonna di Polsi e le immagini dei santini servono anche nei riti di iniziazione della ’ndrangheta. Non solo, nei bunker troviamo sempre immagini sacre della Madonna di Polsi, di San Michele Arcangelo e anche di Padre Pio. Per questo lo ’ndranghetista quando uccide è convinto di essere nel giusto.

Il capomafia deve mostrare il suo rapporto con i preti e con i vescovi, perché deve esternare la sua maestosità, deve dimostrare di essere alla pari con il potere legale e quindi anche con la Chiesa. Altrimenti perché fanno a gara a chi porta la statua della santa alla processione? E perché quando il corteo sfila davanti alla casa del capomafia, il figlio di questo offre una banconota da 500 euro come dono? E perché comprano i banchi e ristrutturano le facciate delle chiese? Perché questo è potere, non è essere cristiani. Ed è qui che i preti chiudono un occhio e a volte pure due».

 

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