PERSONAGGI DI CALABRIA: IL MINISTRO DI TEODORICO

Magno Aurelio Cassiodoro discendeva da una illustre famiglia giunta dall’Oriente in Italia.

Nacque a Squillace, nell’entroterra di Catanzaro, verso il 480. Era figlio del governatore della Calabria e della Lucania al tempo di Teodorico.

Ancora in giovane età, stimò grandemente il suo re che gli sembrò come il supremo pacificatore del popolo romano con quello barbarico goto, così che a soli 18 anni entrò a corte e non tardò ad essere nominato ministro.

Alla morte di Teodorico, Cassiodoro ebbe il coraggio di scrivere un libro sul suo re defunto, esaltandone la memoria e le gesta nell’importante Storia dei Goti.

Compiaciuto delle sue idee, il successore Alarico lo colmò di onori e di gloria, tenendo per saggi i suoi consigli.

Al crollo dell’impero gotico, Cassiodoro pensò di tornare al suo paese d’origine dove fondò i monasteri Castellense e Vivariense.

Nel primo si raccolsero gran parte degli eremiti della zona, mentre nel secondo vissero i letterati, i poeti e tutti coloro che volevano approfondire gli studi letterari e artistici.

Lui stesso decise di vivere nel monastero di Vivariense come fosse un monaco benedettino. Alla preghiera univa infatti il lavoro intellettuale che consisteva nella lettura o nella scrittura di qualche libro.

I suoi monaci dovevano ricopiare i libri antichi per tramandarli alla posterità, conservandoli gelosamente negli archivi del monastero.

Quando morì, nel 583, le sue Institutiones divennero un’opera fondamentale per accostarsi alla comprensione della letteratura sacra e profana.

Chi oggi arriva a Squillace per ricalcare le orme di Cassiodoro, incontra una città di impianto normanno, distrutta dal terremoto del 1783, ma con un panorama eccezionale che spazia da Capo Rizzuto al verde cupo della Sila.

 

Tratto da STORIE E LEGGENDE CALABRESI di Vincenzo Musca