LE LOCALITA’ REGGINE: AGNANA

Agnana sorge sul versante ionico della Melia, nella Locride a circa 250 metri di altitudine con una popolazione di circa 550 anime.

Fu edificata attorno al 1343 nei pressi di un convento di monaci basiliani( ancora oggi  è possibile visitare qualche rudere di quell’insediamento), ubicato in cima al monte Sant’Agnana (da cui le deriva il nome) ad opera del Barone di Mammola, il quale, per accrescere il feudo fece insediare alcune famiglie di contadini per coltivare la terra e coloro che accudivano le numerose  mandrie e greggi esistenti nella zona.Nel 1550 il casale di Agnana insieme a quello di Mammola furono acquistati daGiovanni Gagliego, e dopo un secolo divenne casale di Mammola. Nel 1667, passava a Giovanni Spinada Melicuccà successivamente ai Barreta Gonzagae nel 1748 ai De Gregorio il cui dominio restò fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. L’ordinamento francese del 1811 e Ferdinando II di Borbone classificarono Agnana villaggio di Canolo. Nel 1841 venne elevato a comune. Assunse l’attuale denominazione nel 1881.

Il terribile terremoto del 1783, ha notevolmente danneggiato Agnana procurando,tra l’altro, la morte di 10 persone. Anche la chiesa del patrono San Basiliofu diroccata dal tremore della terra. Ricostruita, fu quasi distrutta nuovamente da un ciclonenel gennaio del 1885.

Ad Agnana erano presenti  giacimenti di lignite e  antimonio largamente sfruttati dallo stato borbonico intorno al 1850. Nel 1838 i Borboni diedero per 10 anni la concessione all’inglese William Beck, per lo scavo delle miniere e nel 1840 il Beck rinveniva ad Agnana del carbon fossile la cui qualità fu riconosciuta a Londra eguale al litantrace di Durhan. Così importanti erano i risultati che il 19 maggio del 1846 Ferdinando II di Borbone, la moglie Maria Teresa d’Austria e l’erede al trono il principe Francesco, visitarono i giacimenti minerari di lignite e litantrace che costituivano fondate speranze di occupazione e sviluppo per la popolazionelocale (sfruttate poi fino alla seconda guerra mondiale).I minerali estratti dalle miniere agnanesi  vennero impiegati per la costruzione della prima ferrovia pontificia, la linea Roma-Frascati, inaugurata nel 1856. Notevoli danni causò al paese anche il sisma del 1905.

La vera ricchezza di Agnana però, sono le sorgenti di acqua mineraleche si trovano nella località Junchi, di cui due clorurate, una sulfurea e una ferruginoso-sulfurea. Nonostante siano classificate “termominerali”, e quindi adatte alla cura di varie malattie, purtroppo sono scarsamente conosciute.  Esistano in zona, ancora oggi, i ruderi di alcune vasche, che in passato venivano utilizzate per le cure terapeutiche.

Nel piccolo centro si praticano ancora attività artigianali e la cucina tipica conserva odori e sapori di un tempo che si spandono tra le caratteristiche e antiche viuzze.