STORIE DI CALABRIA: LE PANTOFOLE DI MARTINELLO

L’asinello di San Francesco di Paola parlava sempre col suo padrone per tenergli compagnia nei lunghi viaggi che facevano, in quei tempi in cui non c’erano né treni né aerei.

Un giorno, lontano da Paola, il buon frate si accorse che il suo somarello era rimasto senza ferri ai piedi e camminava a fatica. Giunto nella più vicina città, si rivolse ad un maniscalco e fece ferrare di bel nuovo il suo ciuchino. Si accorse però che non aveva soldi per pagare il lavoro del solerte operaio perciò gli disse: “Buon uomo, io non ho neppure un soldo. Tutto il mio capitale è accreditato sulla Divina Provvidenza: la supplico affinché vi conceda un abbondante ricompensa nell’altra vita.

Il maniscalco non accettò la ricompensa e, credendosi burlato dal santo, inveì in malo modo contro di lui e tutti quelli della sua sorte.

San Francesco, allora, rivolgendosi all’asinello, gli diede un ordine ben preciso: “Martinello mio, costui vuole che noi lo paghiamo, ma siccome non abbiamo proprio nulla da dargli, neanche un centesimo, ti comando di restituirgli i suoi ferri, in modo che non sia più così adirata e cattivo.

Martinello, allora, obbedendo al comando del suo padrone, scosse prima le zampe davanti e poi quelle di dietro, lasciando cadere i quattro ferri, come fossero due pere mature sotto gli occhi dell’inferocito maniscalco.

Pagato così il debito, San Francesco e Martinello si misero in viaggio, ma l’asinello camminava come se avesse le pantofole, tanto leggeri erano il suo passo e la sua andatura.

 

Tratto da STORIE E LEGGENDE CALABRESI di Vincenzo Musca