LE GROTTE DEL REGGINO: GROTTA DI SANTA MARIA DELLA STELLA

La cavità è situata nel territorio di Pazzano e si apre in superficie con due ingressi poste a quote differenti: quello superiore costituisce di fatto l’accesso principale e conduce in uno spazio sotterraneo adibito a luogo sacro. Nel sito, infatti, già sede di fenomeni di eremitaggio alla fine del I millennio, si è radicato in seguito un importante culto mariano (la cui origine è ben illustrata, alla fine del Seicento, dal frate minore cappuccino Giovanni Fiore da Cropani). L’origine tettonica della cavità emerge con chiarezza appena si è al suo interno:essa si è formata lungo tre marcate fratture nella roccia calcarea, disposte tra loro in modo pressoché parallelo. Discesa una rapida scalinata, si penetra in uno spazioso vano ipogeo col piano di calpestio completamente regolarizzato da un lastricato di pietre; sul fondo, laddove l’ambiente si restringe marcatamente, compare un altare recante una statua marmorea della Madonna, probabile opera di scuola siciliana del XVI secolo. L’intero ambiente è diffusamente illuminato dalla luce diurna che penetra dal vasto squarcio d’accesso. Una prosecuzione alle spalle dell’altare e un’altra parallela alla sua sinistra conducono in approfondimenti privi di particolare interesse. Un’altra scalinata interna, quindi, permette di accedere a un livello più basso della cavità, in corrispondenza dell’ingresso inferiore. Anche qui l’ambiente è inondato dalla luce di superficie vista l’ampiezza del secondo imbocco e, ancora una volta, il suolo è completamente regolarizzato da un pavimento artificiale.

Sulle pareti della cavità, nei pressi dell’altare, compaiono tre affreschi (essi sono indicati sulla tipografia con le lettere “A”, “B” e “C”). l’affresco più antico “C”, databile tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo, è collocato in alto su parete, a circa 5 metri dal suolo: rappresenta la scena della Comunione di Sanata Maria Egiziaca, una monaca eremita di origine egiziana vissuta in Palestina. Ad un momento più recente (XV-XVI secolo) risalgono invece gli affreschi “A” e “B”, posti più in basso ad altezza d’uomo. I soggetti pittorici oggi visibili sono in realtà riferibili a differenti strati di intonaco e dunque appartengono a fasi cronologiche diverse. Si riconosce da un lato una rappresentazione del Presepe, visibile solo parzialmente perché in parte coperto da una semicolonna aderente alla roccia; dall’altro sono invece raffigurati tre differenti soggetti: la Santissima Trinità, l’Arcangelo Michele e la Pietà.

[Tratto dalla rivista Speleologian°74]

Vedi anche ALLE ORIGINI DEL CULTO MARIANO NELLA GROTTA DI SANTA MARIA DELLA STELLA [clicca qui]

 

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