IL CAPRIOLO DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

Il capriolo del Parco Nazionale del Pollino, oltre a essere una specie di grande importanza ecologica in quanto preda del lupo, è di grande valore poiché rappresenta assieme ad altri due nuclei presenti in Italia, una delle pochissime popolazioni autoctone.

Dati storici testimoniano la presenza del capriolo nell’area del Parco Nazionale del Pollino fino agli anni ’70. In seguito ne ebbero sempre meno notizie fino a perderne definitivamente le tracce. Negli anni ’80, si cominciò a parlare di un ultimo nucleo superstite presente in un’area impervia di circa 26.000 ettari, i Monti di Orsomarso. Proprio l’estrema asprezza dei luoghi ha consentito la sopravvivenza di questa specie, ridotta oggi a poche decine di individui.

Il capriolo di Orsomarso è il più piccolo rappresentante europeo della sua famiglia, alto al garrese tra i 70 e gli 80 centimetri  e con una lunghezza che si aggira intorno ai 110 centimetri, con un peso di 25-30 chili dei maschi e 20-25 delle femmine. Il colore è rosso-giallastro d’estate e grigio-brunastro d’inverno. Entrambi i sessi presentano una grossa macchia posteriore di colore bianco-crema. Le corna, presenti solo nei maschi, negli adulti di 3-4 anni hanno 3 punte, cadono in autunno e ricominciano a crescere verso dicembre per essere nuovamente pronti a fine marzo. Di abitudini crepuscolari, utilizza come pascolo le aree di transizione tra il bosco e le radure. Tendenzialmente solitario, durante l’inverno può formare gruppi sociali costituiti da più femmine con i piccoli ed un maschio adulto. A partire dalla fine dell’inverno questi gruppi si sfaldano e le femmine cercano aree tranquille dove partorire a maggio. Nello stesso periodo i maschi diventano territoriali e, durante l’estate, si accoppiano con le femmine.

L’importanza scientifica del nucleo di caprioli del Parco Nazionale del Pollino, ha fatto si che si avviassero progetti di conservazione e valorizzazione del cervide. Una ricerca mira a definire i luoghi, i tempi e i modi di effettuare una prima operazione di catture a cui saranno legati altri aspetti sia scientifici che di valorizzazione e conservazione. Le catture permetteranno contemporaneamente di avere individui da avviare al recinto di riproduzione e dell’area faunistica di Orsomarso. Altri individui saranno muniti di radiocollari per poter ottenere dati sull’ecologia della specie. Tutta l’operazione avrà come finalità la reintroduzione del capriolo in tutto il territorio del Parco, ma anche quello di fare ritornare la specie in aree esterne dove un tempo viveva. A contorno delle iniziative intraprese, vi sarà la nascita di un museo tematico che sorgerà ad Orsomarso, paese divenuto simbolo della salvaguardia del capriolo.

Tratto da: “Parchicard Calabria guida ai servizi nelle aree protette 2007”