STORIA DI REGGIO: LA CONDIZIONE DI RHEGION SOTTO I ROMANI

La presa di Rhegion da parte dei Romani non cambiò più di tanto la vita nella polis, che fu lasciata completamente autonoma e mantenne i propri culti e le proprie tradizioni. L’egida di Roma e la perdita della libertà in fatto di politica estera avevano avuto, però come contropartita, la tranquillità nei confronti dei Tauriani, amputati della parte migliore della terra. Il ritorno di condizione di pace spinse subito l’economia reggina, che aveva sempre mantenuto il ruolo di porto di transhipment da e verso l’Oriente e l’Africa. In particolare, sembra che Rodi, famosa per la sua produzione di vino, abbia individuato in Reggio il centro dello stoccaggio delle proprie anfore, da rivendere nel Tirreno.

Le produzioni reggine, con il vino, la ceramica, il legname e la pece, il pesce salato, si mantenne a buoni livelli concorrenziali. Sappiamo di un produttore reggino di mattoni per le mura di cinta, Orthon, che ottenne la cittadinanza nell’isola di Delo, mentre il “vino Reggino”, dolce e che si manteneva a lungo, fu lodato anche da Ateneo nei “Sofisti a banchetto”.

Come attestano alcune iscrizioni rinvenute nel territorio di Reggio, i cantieri navali della città erano impegnati a raccogliere il legname per la costruzione di navi da guerra per Roma. La marineria reggina, di cui sappiamo veramente poco, doveva essere uno dei punti di forza della città.

Sulla rotta marittima più importante del Mediterraneo (quella che da Alessandria portava a Reggio e poi a Pozzuoli), oltre alle merci, viaggiavano anche la cultura e, a volte, culti di nuovi dei. In particolare, nel corso del III sec. a. C., si diffuse nella Sicilia orientale ed a Reggio il culto della triade egiziana Serapide/Osiride, Iside e del loro figlio Arpocrate/Horus, una religione che Roma conobbe solo con un ritardo di almeno un secolo e che fu, prima del Cristianesimo, una delle maggiori di tutto il Mediterraneo.

I materiali archeologici ritrovati ci attestano anche la presenza a Reggio della “moda alessandrina”, uno stile raffinato e barocco che si ritrova dai gioielli alla ceramica, dalla statuaria alla pittura. Alessandro Magno fu ammirato e forse celebrato come eroe dai Greci di Reggio, tanto che il sovrano macedone fu persino fatto sbarcare a Rhegion nel “Romanzo di Alessandro”, vero e proprio best seller del medioevo.

Accanto a queste innovazioni, i culti tradizionali di Apollo, Artemide, Asclepio e Igea, Atena, Hermes, dei Dioscuri, continuarono ad essere celebrati dalla polis, la cui festa più importante rimase quella in onore di Artemide Fascelide, il cui tempio doveva essere nei pressi di Punta Calamizzi.

 

Tratto da “La storia di Reggio a fumetti” commissionato dall’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria. Testo del professore Daniele Castrizio

 

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