PERCHE’ SAN GIORGIO E’ IL PATRONO DI REGGIO CALABRIA?

Il 23 aprile, si celebra San Giorgio, patrono, tra gli altri, del Comune di Reggio Calabria.

Il culto dei reggini verso San Giorgio è antichissimo, risalente agli inizi dell’XI secolo. In quel tempo i Saraceni assalivano continuamente, dal mare, le coste della Calabria. In uno di questi attacchi, era il 1086, il saraceno Bonavert di Siracusa sbarcò a Reggio facendo razzie e distruggendo tra gli altri, il monastero di San Nicola di Calamizzi ubicato appunto sul Promontorio reggino (o Pallantiòn) e la chiesa di San Giorgio danneggiando le effigi dei Santi.

In quel periodo, a guidare il ducato di Puglia e Calabria era il Duca Ruggero Borsa, che nel settembre 1085 fu riconosciuto Duca dei quei luoghi, grazie all’appoggio di suo zio Ruggero I di Sicilia, succedendo così al padre Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo.

Il Duca Ruggero Borsa contrattaccò immediatamente, inseguendo il saraceno fino in Sicilia. In battaglia, nel tentativo di sfuggire, saltando da una nave all’altra, Bonavert cadde in mare con la sua pesante armatura affogando. Ruggero poté così assediare Siracusa conquistandola.

La leggenda racconta che il Duca Ruggero abbia sconfitto i Saraceni grazie all’aiuto ed alla protezione di San Giorgio, che da allora divenne protettore di Reggio Calabria e dei reggini.

Al santo furono dedicate alcune chiese della città tra queste San Giorgio extra moenia e San Giorgio intra moenia (attuale chiesa di San Giorgio al Corso).

In particolare a San Giorgio intra moenia, nel Medioevo, con un solenne atto ai piedi dell’altare del santo patrono si chiudevano ogni anno le elezioni municipali. Pubblicate le liste elettorali al palazzo di città, venivano poi sorteggiati i consiglieri, quindi tra questi si decidevano sei nomi che venivano chiusi dentro palline di argento e messi in borsette separate secondo i ceti che a loro volta erano poste sull’altare di San Giorgio; l’ultimo giorno dell’elezione, dopo la messa dello Spirito Santo, avveniva per mano di un bambino l’estrazione dei i tre sindaci che avrebbero governato per un anno il comune.