COSI’ SAN GIORGIO UCCISE IL DRAGO PESTIFERO.

Il Santo protettore di Reggio Calabria è San Giorgio di Lydda.

La leggenda ci racconta che Giorgio fu un militare della Cappadocia (regione storica dell’Anatolia, attuale Turchia), divenuto tribuno dell’esercito romano, nei suoi viaggi giunse fino alla città di Selem in Libia. Qui, in una grande palude, si nascondeva un orribile drago che, quando si avvicinava alla città uccideva con il suo fiato infuocato tutti coloro che incontrava. I cittadini, onde evitare che il terribile mostro provocasse la morte di molti di loro, decisero di offrirgli in pasto, quotidianamente, due pecore. Con il tempo la disponibilità di pecore diminuì e presero a nutrirlo con una pecora e un uomo. Il nome della vittima umana era tirato a sorte fra i cittadini e ben presto tutti i giovani valorosi della città erano stati divorati. Quando la sorte scelse l’unica figlia del re per essere sacrificata al perfido drago il re, disperato, offrì in cambio della salvezza della figlia tutti i suoi tesori e metà del suo regno. Il popolo ritenne questa offerta offensiva visto che tutti loro avevano offerto i propri figli. Il re prese tempo e i cittadini incominciarono ad agitarsi perché morivano con il pestifero soffio del drago. Il sovrano, visto che nessuno poteva salvare sua figlia, la vestì di abiti regali, pianse su di lei la sua disperazione quindi la guardò allontanarsi verso il lago.

Il beato Giorgio, trovandosi a passare di lì, incontrò la fanciulla piangente e le chiese cosa avesse. Alla fine del racconto Giorgio la invitò a non temere promettendole di andare in suo aiuto in nome del Cristo. Mentre i due parlavano il drago mise la testa fuori dall’acqua e a quel punto Giorgio montò a cavallo, si segnò con la croce e si lanciò sul drago vibrando la lancia con la quale lo ferì gravemente. Il drago cadde a terra e Giorgio invitò la fanciulla ad avvolgere la sua cintura intorno al collo del mostro. Fatto ciò il drago la seguì mansueto come fosse un cagnolino. I cittadini, vedendola avvicinare alla città furono presi dal terrore ma Giorgio li rassicurò annunziando che egli era stato mandato da Dio per liberarli da quel mostruoso drago se essi avessero accettato di convertirsi e battezzarsi. Tutti gli abitanti si battezzarono e Giorgio uccise il drago che fu portato fuori dalle mura su un carro trainato da quattro coppie di buoi.

Fu così che in quel giorno trionfale vennero battezzati oltre ventimila uomini esclusi donne e bambini. Il re di Libia fece immediatamente erigere un tempio in onore della madre di Dio e dello stesso beato Giorgio. Dall’altare di quel tempio sgorgò una fonte di acqua guaritrice che restituì salute a molti infermi.

 

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