LEGGENDE DI CALABRIA: IL DIAVOLO E SANT’ELIA

Lo Stromboli è un vulcano che sorge dalle acque del mare di fronte alla costa tirrenica della Calabria, ed il pescatore, che tutte le sere d’estate rattoppa le reti sulla spiaggia di Palmi, ne conosce la storia e l’origine.

Racconta infatti che sul monte Sant’Elia, sotto il quale poi è stata fondata Palmi, il santo se ne stava in meditazione quando vide venirgli incontro un uomo molto forte che portava sulle spalle un pesante sacco.

Incuriosito da quella insolita presenza, Sant’Elia chiese al viandante:

“che cosa porti nel sacco? Dove vai così di fretta tutto solo?”

“Porto delle monete d’argento” – rispose l’uomo – “e sono pronto a dartene metà, se le accetti. Diventeresti ricco e fortunato!”

“Ma dove le hai trovate?” gli chiese Sant’Elia.

“In un casolare abbandonato, lasciate lì da chissà chi. Se non le vuoi non importa, le terrò tutte io.”

Ma Sant’Elia non se lo fece ripetere due volte, prese una manciata di monete e cominciò a lanciarle a una a una giù dalla montagna. Quando toccavano terra si tramutavano in grosse pietre nere e, dopo aver rotolato per qualche tempo, si fermavano sull’erba, sulla terra o sulla roccia.

L’uomo, divenuto di color nero e con occhi infuocati, si rivelò essere il demonio. Alle sue spalle si aprirono improvvisamente due enormi ali di pipistrello e volò via, raggiunse le onde del mare nelle quali si inabissò.

Le acque del mare allora produssero una schiuma dalla quale emerse un’isola a forma di cono che, come una ciminiera, mandava al cielo enormi vampate di fumo e di fuoco.

Era così nato lo Stromboli che aveva imprigionato il demonio e, con lui, tutti gli spiriti maligni di questo mondo.

Stromboli significa “trottola” in quanto il demonio, per mandare tanto fumo dal camino del vulcano, deve continuamente girare su sé stesso, molto arrabbiato d’aver lasciato il “paese delle palme” dove inutilmente s’era aggrappato ad una roccia per non cadere nel mare. Sulla cima del monte Sant’Elia, infatti esiste un macigno che reca impronte e unghie diaboliche alle quali, per paura, nessuno osa accostarsi.

Tratto da STORIE E LEGGENDE CALABRESI di Vincenzo Musca