LEGGENDE DI CALABRIA: LE CAMPANE DI TROPEA

Le coste italiane dell’Adriatico e dello Jonio, nel Medioevo, venivano spesso assaliti dai pirati che provenivano dall’Oriente, ma anche dalla vicina Jugoslavia.

Una volta che un’imbarcazione saracena entrò di notte nel Golfo di Sant’Eufemia e, fermatasi sulla costa, i suoi uomini scesero uno ad uno, attirati dalle luci che brillavano sulla collina.

Nel villaggio di Ciaramiti, infatti, si stava celebrando un matrimonio alla luce di tante fiaccole così ardenti da essere visti anche dalla costa.

I pirati piombarono inaspettati sulla folla degli invitati, facendoli tutti prigionieri insieme ai giovani sposi.

Prima di tornare alla loro imbarcazione col grosso bottino, vollero saccheggiare anche Tropea, sulla strada che li riportava al mare.

Poiché era notte profonda, i tropeani non pensavano mai al pericolo che li stava sovrastando, dormivano tutti quando, improvvisamente, le campane della loro chiesa si misero a suonare a tutto spiano.

Erano le campane della chiesa di Santa Domenica, una santa calabrese che aveva a cuore la salvezza dei corpi e delle anime dei suoi corregionali.

In questo modo i pirati, credendosi scoperti, se la diedero a gambe levate, abbandonando sulla strada anche i prigionieri di Ciaramiti.

I tropeani quella notte, non compresero che cosa mai fosse capitato, lo seppero il giorno dopo dagli abitanti di Ciaramiti che, ancora spaventati, vagavano per la spiaggia di Tropea come pesci fuor d’acqua.

Tratto da STORIE E LEGGENDE CALABRESI di Vincenzo Musca