TIPI STRANI A REGGIO: “MARIA A CIACIOLA”

Erano gli anni settanta/ottanta a Reggio quando sul Corso Garibaldi o seduta sul marciapiedi di Piazza Carmine ma anche altrove per le vie del centro, si incontrava una donna sporchissima con vestiti ampi a fiorellini e un fiocco tra i capelli.  Sulla sua pelle si notavano i segni del tempo con una ragnatela di rughe caratterizzanti il suo volto non più giovane. Alta, occhi azzurri e lunghe gambe facevano presagire ad una antica bellezza ormai tramontata. Per tutti era “Maria a Ciaciola” all’anagrafe Maria Pizzi.  Chiaramente non ci stava più con la testa affogando i suoi problemi nell’alcol. Per strada chiedeva l’elemosina, spesso con una bottiglia di birra in mano. Storica la frase “rammi reci liri”.  Quantificata in dieci lire la sua richiesta si arrabbiava molto se la monetina fosse diversa da quanto richiesto con la conseguenza di ricevere insulti e parolacce.

Spesso era oggetto di scherno e di sberleffi da parte dei ragazzi e non solo, lei reagiva tentando un inseguimento per tirargli i capelli o gli indumenti (a volte ci riusciva). Era diventata il terrore per i bambini.

Si racconta, che spesso venisse prelevata dai pompieri e portata all’ex manicomio del rione Modena e qui ripulita lavandola con “la pompa” e forse ripulita anche delle sue tante monetine elemosinate (ma questa, forse, è leggenda metropolitana …. forse).

L’ultima volta che la vidi per strada era su una sedia a rotelle spinta da un volontario, gli era stato amputato un piede.