ARMI SIRIANE: INIZIANO LE “GRANDI MANOVRE” A GIOIA TAURO

Il cargo “Ark Futura” che trasporta la parte più pericolosa dell’arsenale chimico del regime siriano di Assad e la nave della Marina Militare Americana “Cape Ray” incaricata alla loro distruzione sono in navigazione da alcuni giorni con la prua rivolta verso il porto calabrese di Gioia Tauro. A fare loro da scudo diverse unità navali e sottomarine, di diverse nazionalità, a garantire la sicurezza in mare.

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Presumibilmente le due navi entreranno in porto nella tarda serata di martedì primo luglio e saranno ormeggiate nella banchina di levante, nei pressi del bacino di evoluzione, nella parte nord del canale artificiale gioiese, tra le bitte 37 e 71.

Le operazioni commerciali all’interno del porto si fermeranno per 24/36 ore, le maestranze di Medcenter, tranne alcune decine tra operatori e tecnici, verranno messe a riposo forzato per la giornata del 2 luglio quando si effettuerà la pericolosissima operazione militare.

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Per un raggio di circa 1500 metri da dove si svolgerà il trasbordo, la zona sarà completamente “militarizzata” e inaccessibile per chi non autorizzato. Sulla terra ferma il controllo verrà garantito da centinaia tra poliziotti, carabinieri, vigili urbani, polizia provinciale e probabilmente anche l’esercito. La zona a mare verrà presidiata da navi militari, sottomarini e da gruppi di subacquei.

Lo sbarco dei circa 80 containers dalla Ark Futura può essere svolto in due modi: o con la tecnica Roll On – Roll Off (Ro-Ro) cioè sbarco con muletto tramite apertura di uno dei portelloni laterale della nave oppure con l’impiego di una gru da banchina munita di spreader. In questo ultimo caso toccherà a “CR4”, la gru più anziana del porto ma l’unica a poter sbarcare in posizione perpendicolare alla banchina. I containers verranno scaricati uno alla volta e reimbarcati sulla “Cape Ray” dove verranno posizionati e rizzati prima di  procedere alla movimentare il contenitore successivo.

Nella zona sarà allestito un posto di comando (sala operativa), una stazione di decontaminazione gestita dai Vigili del Fuoco e dal 118 e predisposto del materiale assorbente lungo l’area interessata da utilizzare in caso di perdita di sostanze chimiche sulla banchina.

A coordinare e dirigere tutte le fasi dell’operazione sarà il Prefetto di Reggio Calabria coadiuvato da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, 118, Capitaneria di Porto e Arpacal nella sala operativa presso la Prefettura a Piazza Italia. I Comuni limitrofi di San Ferdinando, Gioia Tauro e Rosarno dovranno allestire dei Centri operativi comunali a stretto contatto con la sala operativa.

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Quando il carico a bordo della “Cape Ray” sarà completato, la nave americana salperà con il suo carico di veleni e con una nutrita scorta, verso acque internazionali, nel Mediterraneo meridionale. Qui, nell’arco temporale di un paio di mesi, procederà alla completa distruzione, mediante idrolisi, dei letali gas di priorità 1, “iprite” (gas mostarda) e “precursori di sarin” con l’ausilio dei due reattori “field deployable hydrolysis systems” appositamente allestiti sulla nave.