LOCRI, IL MUSEO ARCHEOLOGICO

Il museo archeologico di Locri è ubicato all’interno dell’area archeologica della colonia greca di cui integra la conoscenza, attraverso l’esposizione dei materiali rinvenuti nelle varie aree della città antica e del suo immediato territorio.

La presentazione della polis greca inizia con la necropoli, i cui reperti abbracciano un arco cronologico compreso tra il VI e il III sec. a. C.; tra i materiali si segnalano oltre agli specchi in bronzo anche un bel cratere dipinto, attribuito al Pittore di Locri, importante personalità artistica fiorita nella città intorno al IV sec. a. C. Dopo i reperti dell’area sacra rinvenuti da P. Orsi alla Mannella, tra cui alcuni esemplari di pinakes, vengono presentati i materiali rinvenuti in località Centocamere dove, nel corso degli anni, è stata messa in luce gran parte dell’impianto urbano della città, con le abitazioni che spesso fungevano da botteghe ed il quartiere ceramico con le fornaci che testimoniano, insieme ai materiali, il fiorente artigianato locrese. In questo quartiere della città, riveste grande importanza scientifica il rinvenimento di alcune antefisse in calcare a testa leonina, presentate nell’esposizione, nella loro posizione originaria; esse erano state reimpiegate nella costruzione di una casa, che è chiamata dagli archeologi “la casa dei leoni”; in precedenza, intorno al V sec. a.C., queste antefisse decoravano la trabeazione di un tempio, ubicato nelle vicinanze, di cui rimangono uniche testimonianze.  Molto didattica, in una delle vetrine, la presentazione di varie scene di vita quotidiana (la tessitura al telaio, le attività femminili relative alla cucina). Tra il materiale delle aree sacre si segnalano alcune terrecotte architettoniche dipinte provenienti dal santuario ionico di contrada Marasà, le statuette votive e le decorazioni dell’elevato del tempio dorico di località Marafioti, e provenienti dal santuario, rinvenuto in località Grotta Caruso, ubicata nel territorio della colonia greca, i modellini votivi che riproducono la grotta e gli ex voto raffiguranti tre ninfe, il dio Pan ed i satiri, divinità dei boschi cui era dedicato il luogo sacro.

Sul soppalco c’è la presentazione della necropoli protostoriche (IX-Vii sec. a. C.) scoperte nella località Canale e Stefanelli, i cui corredi, testimoniano l’arrivo dei Greci in questo territorio,e la loro iniziale convivenza con le popolazioni indigene, che molto presto vengono assorbite dalla civiltà greca più avanzata.

 

Tratto da “scopriamo la provincia di Reggio Calabria –Gli itinerari della storia (2002)