LA POSIDONIA OCEANICA NEI FONDALI DI CAPO RIZZUTO

I fondali dell’area marina di Capo Rizzuto sono caratterizzati dalla presenza dell’habitat della prateria di posidonia, riconosciuto di importanza prioritaria per la conservazione a livello europeo. Si tratta di una comunità vegetale la cui specie guida è la posidonia oceanica, una fanerogama marina endemica del Bacino del Mediterraneo.

La posidonia è una fanerogama, ossia una pianta a fiori come quelle terrestri e non un’alga, caratterizzata nel possedere organi con funzioni specifiche, quali radici, rizoma (fusto) e foglie, ed è in grado di riprodursi sessualmente grazie a fiori che, fecondati, portano alla maturazione di frutti e quindi alla produzione di semi. L’impollinazione dei fiori è affidata alle correnti che trasportano il polline ed i semi, rivestiti da un involucro nerastro che serve a farli galleggiare, vengono chiamati “olive di mare”. Inoltre è molto importante il contributo che essa porta all’arricchimento di ossigeno delle acque costiere, infatti, è stato stimato che la posidonia è in grado, per ogni metro quadrato di fondale ricoperto, di produrre 14 litri di ossigeno al giorno.

La posidonia svolge infine un ruolo molto importante anche nel processo di stabilizzazione del fondo marino e di protezione delle spiagge dall’erosione. Infatti, grazie al suo apparato radicale e foliare riesce da un lato ad intrappolare il sedimento e dall’altro a smorzare l’effetto distruttivo dei marosi difendendo così la linea di costa. Essa inoltre rappresenta un habitat fondamentale di produzione e alimentazione per molte specie animali.

Sui fondali a substrato sabbioso, le praterie di posidonia si trovano tra i 5 e i 20 metri di profondità mentre, in prossimità dei fondali misti (rocciosi e sabbiosi), le praterie si spingono fino ai 50 metri, dove la ridotta penetrazione della luce rappresenta un fattore limitante per la crescita di tutte le fanerogame marine.

Ai rizomi e alle foglie di posidonia oceanica è legata una ricca comunità epifitica algale. Lungo l’asse fogliare è possibile invece identificare una successione di organismi che si distribuisce secondo il gradiente d’età della lamina fogliare. Sui tessuti giovani domina una copertura a batteri e diatomee; nella parte centrale della foglia si osserva uno strato di macro-alghe rosse e brune, soprattutto quelle incrostanti come le corallinacee, mentre in corrispondenza dei lembi apicali si sviluppa uno strato di macroalghe che si sovrappone ai due strati precedenti. L’ampia gamma di forme algali va a costituire un ricco substrato che rappresenta una fonte di nutrimento per l’intero ecosistema marino.

Le praterie di fanerogame marine, e soprattutto la posidonia oceanica, rivestono un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino. Esse rappresentano, infatti, un buon indicatore ecologico di qualità ambientali delle acque, risentendo in modo particolare delle variazioni della qualità dell’ambiente e scomparendo nel momento in cui l’inquinamento ambientale o la torpidità delle acque aumentano. La presenza di scarichi industriali e fognari, opere a mare di vario genere (escavazioni, costruzioni di dighe, sbancamento di litorali ecc.), assieme alla pesca a strascico illegale sono tra le principali cause di degrado delle acque costiere. Uno studio di monitoraggio effettuato nel 2003 ai margini dei posidonieti  nell’ambito della Riserva di Capo Rizzuto, per verificare i fenomeni di erosione su diverse tipologie di fondali, ha mostrato che lo stato attuale dei limiti inferiori delle praterie indagate è disturbato da condizioni naturali quali dinamiche delle acque e correnti di fondo che rallentano la progressione delle praterie. Secondo questo studio i segni di erosione riscontrati costituiscono un segnale di allarme che impone la messa in opera di un sistema di sorveglianza dei limiti delle praterie più articolato e duraturo nel tempo.

Oltre alle praterie di posidonia oceanica, i fondali della riserva marina sono caratterizzati dalla presenza di un’altra fanerogama, la Cymodocea nodosa. Questa specie generalmente vicaria totalmente le praterie a posidonia oceanica e si afferma su sedimenti di sabbie con prevalenza di elementi fini.

 

Tratto da: “Parchicard Calabria guida ai servizi nelle aree protette 2007”