IL RITO DELLE “FRITTOLE”

L’uccisione del maiale a Reggio, è una tradizione che dura da secoli. Nell’economia familiare, il maiale ha avuto sempre un’importante valenza in quanto consentiva di superare quei difficili momenti dell’anno per la mancanza di cibo. Il giorno della macellazione del maiale, di norma si faceva una festa in cui si consumavano le frittole, lasciando le parti più nobili per la conservazione come le salsicce (u satizzu), le soppressate (i suppizzati), i capicolli, le pancette, il lardo.salumi

Le frittole , tradizionalmente, vengono consumate in occasione della Festa della Madonna della Consolazione, patrona della città (le strade sono “avvolte” dal profumo proveniente dalle caddare creando il pittoresco e caratteristico ambiente di “festa i Maronna”) e  più in generale durante le festività di Natale e Carnevale.

Le frittole sono la parte meno nobile del maiale come lingua, muso, orecchie, gamboni, pancia, coda, rognoni e la cotenna (scorcitta) che vengono versati in un grande pentolone di rame zincato denominato “caddara”. Il procedimento di cottura è molto laborioso, cuocere le frittole è un compito non semplice e faticoso che richiede esperienza e attenzione, viene svolto dai “frittularu”.

caddara

Occorrono circa 7/8 ore per la cottura mescolando di frequente e aggiungendo di tanto in tanto sale. A fuoco lentissimo il grasso si scioglie all’interno facendo impregnare la carne con il suo sapore rendendola molto tenera.

Per questo evento si invitano parenti ed amici. Le frittole, servite calde e fumanti, vengono accompagnate da antipasti caserecci, frutta secca e con l’immancabile insalata di agrumi (limoni, arance, bergamotti), frutta fresca e dolci, a fine pasto.  A questo sostanzioso banchetto non deve mancare il vino rosso a “fiumi” e un bicchierino di grappa “pi digeriri”.

curcuci

Una volta esaurito il contenuto della cottura delle frittole, tutto quello che rimane sul fondo della caddara, rimasugli e sugna, si solidifica e prende il nome di curcùci che, grazie alla lunga conservazione sotto lo strato di sugna, possono essere consumati successivamente in diversi modi:

sciolti sul pane caldo;

con le uova fritte;

con i fagioli;

preparando “a pulenta i brocculi e curcuci”.

polenta

Detti:

“Cu si marita godu nu jornu, cu mmazza u porcu godu n’annu!”.

”Ru porcu non si jetta nenti!”

“A caddàra bùgghi e u porcu è a muntàgna!”

 

Curiosità:

Alle donne incinte viene offerta la coda del maiale per propiziare un figlio maschio.