CALABRIA, TERRA AD ALTO RISCHIO IDROGEOLOGICO.

Il rischio idrogeologico sembra non aver fine per la Calabria che continua a sgretolarsi ogni volta che viene colpita dal maltempo.

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Precipitazioni, purtroppo, sempre più frequenti e intense per i cambiamenti climatici in atto. Si aggiunga l’abusivismo edilizio, l’estrazione illegale di inerti, il disboscamento indiscriminato, la cementificazione selvaggia, spesso insensata e abusiva (che ha interessato spesso aree in prossimità di corsi d’acqua o di zone in frana), l’abbandono delle aree montane, tutti fattori che contribuiscono in maniera determinante a sconvolgere l’equilibrio idrogeologico del suolo calabrese.  Le particolari caratteristiche geologiche e geomorfologiche, inoltre, lo rendono molto fragile. Il territorio calabrese infatti presenta forti dislivelli (in vari punti della Regione passando in pochi chilometri dal mare alla montagna) ed essendo geologicamente “giovane”, la sua conformazione è spesso soggetta a modifiche naturali.

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Da questa analisi si evince che il nostro è un territorio estremamente vulnerabile, in cui, semplici temporali,  provocano allagamenti e disagi  importanti per la popolazione.

Il continuo verificarsi di questi episodi ha aumentato la sensibilità verso il problema e sta producendo un cambio di rotta culturale. Non ci si deve limitare più solamente all’emergenza ma si deve passare alla prevenzione. Tra l’altro intervenire in emergenza costa più di prevenire e non risolve il problema. Si continuano a sperperare risorse economiche, che se utilizzate in prevenzione, potrebbero restituire risultati sicuramente più vantaggiosi. La politica deve investire decisamente nella prevenzione. C’è poi la necessità dell’immediato censimento e messa in sicurezza delle aree ad alta criticità specialmente i siti sensibili come scuole, ospedali, edifici pubblici. Serve ancora una maggiore cura con controlli e manutenzione specialmente dei corsi d’acqua assieme ad iniziative volte all’educazione dei cittadini rispetto ai rischi del proprio territorio.

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Speriamu u Signuri mi ‘ndi varda sempri!