PERSONAGGI DI CALABRIA: IL CARDINALE FABRIZIO RUFFO (L’UOMO DEI BRIGANTI)

Fabrizio Ruffo di Bagnara nacque nel 1744 da nobile famiglia a San Lucido e, compiuti gli studi al Collegio Clementino di Roma, venne poi nominato chierico di camera dal Papa Pio VI. Come Tesoriere Generale della Camera Apostolica dimostrò notevoli capacità amministrative, tanto che venne creato cardinale nel 1791 e poté tornarsene a Napoli presso Ferdinando IV che lo nominò intendente della colonia di San Leucio.

Nel 1798 quando i Francesi invasero il Regno di Napoli, il Cardinale accompagnò la corte a Palermo e poi propose, nel 1799, di compiere una spedizione militare in Calabria per riconquistare il Regno perduto. Alla testa di 25.000 uomini, per lo più contadini e briganti, detti sanfedisti, occupò prima Catanzaro, il 7 marzo, e poi Crotone, il 25 dello stesso mese, fumante per il saccheggio e la devastazione compiuta dalle sue bande armate. Richiamati un po’ all’ordine i suoi soldati, li diresse verso Altamura, in Puglia, dove la gente del posto si sollevava contro i giacobini, aizzata anche da briganti come il feroce Fra Diavolo. Così Altamura cadde nelle mani dei sanfedisti fra il 9 e il 10 maggio, mentre Napoli si arrese il 13 giugno venendo saccheggiata da ogni parte dalle bande del Ruffo e dai lazzari (plebei napoletani riuniti in bande per saccheggiare i più ricchi) che odiavano ogni tipo di potere costituito.

Il Ruffo, in questa circostanza alleato alla flotta inglese del generale Nelson, dei Russi e dei Turchi che inviarono un discreto numero di truppe, era contrario ad una politica di dura repressione dei vinto voluta invece dai suoi alleati, per cui abbandonò Napoli nell’ottobre dello stesso 1799 per raggiungere Parigi e rimanervi sino al 1815.

Tornò nel suo amato paese, e soprattutto a Napoli, nel 1815, quando ormai la Restaurazione aveva vinto e allontanato Napoleone dall’Europa, ma non partecipò più alla politica attiva dando invece fondo a studi economici e militari.

Il Ruffo venne giustamente definito “l’uomo dei briganti, del re e della Santa Fede”, che convinse le popolazioni del Meridione ad insorgere contro sé stesse, contro la loro libertà e tutte quelle idee democratiche propugnate dalla Rivoluzione Francese e che nell’Ottocento avrebbero mutato la faccia dell’Italia e dell’Europa intera.

 

Tratto da : “STORIE E LEGGENDE CALABRESI” di Vincenzo Musca.