Gen 25 2019
PARROCCHIE REGGINE: SAN GIORGIO MARTIRE (O SAN GIORGIO EXTRA)
La chiesa di San Giorgio Martire, conosciuta anche con il nome di San Giorgio extra moenia è sita nel quartiere di San Giorgio.
La chiesa in origine era posta in prossimità della costa, sul promontorio di punta Calamizzi. Fu distrutta, insieme al monastero di San Nicola nel 1086 dagli arabi guidati da Benavert. Nel 1562, per un fenomeno di bradisismo, l’intero promontorio di Calamizzi sprofondò inabissandosi in mare. La chiesetta venne ricostruita nel territorio affidato alla parrocchia di San Giorgio de Gulpheriis e poi elevata a parrocchia il 23 maggio 1631.
I confini e le dimensioni della chiesa, sono descritti negli atti delle visite dell’Arcivescovo Annibale D’Afflitto e dell’arcivescovo Matteo di Gennaro: 1595 – “Per la contrada della Sbarra et Ottobono, tirando dalli suddetti limiti, ad alto da quella parte la Fiumara di San Francesco da Paula, fino alli confini della parrocchia di San Pirato (San Sperato). Nel 1671: “incominciando dalla porta della città detta San Filippo, uscendo alla Figurella, tirando dritto, va diritto alle case del fu notaio Giorgio Siclari, di Giovan Bernardo Bosurgi a drittura da questa parte del fiume al molino del Fosso exclusive, e poi va come erano le vigne di Fosso abbasso include tutte le case sopra dette vigne, dopo va abbasso alle case del fu Francesco Candeloro exclusive e poi va per la strada dritto per il palazzo di Giovan Lorenzo Foti si va insino a San Filippo, da dove ha incominciato.” “La chiesa era palmi 68 lunga e 25 larga (circa 18×7 metri)”.
Fu in questo edificio che nella sollevazione in armi degli abitanti di Motta e San Sperato nel 1648, trovò scampo Vincenzo Ruffo, fratello di Carlo, duca di Bagnara e signore di Motta San Giovanni, liberato poi fortunosamente dall’arcivescovo Gaspar de Creales Arce.
In seguito al terremoto del 1783, la chiesa venne ricostruita dai fedeli e inaugurata nel 1848. Crollò in seguito al terremoto del 1908, la comunità parrocchiale trovò accoglienza fin dal 1910 in una baracca. La costruzione della nuova chiesa, con il progetto dell’ingegnere Ettore Baldanzi, iniziò nel 1926 e venne portata a termine (la prima in diocesi fra le chiese terremotate) e inaugurata l’11 dicembre 1927. Costruita quasi nello stesso luogo per interessamento del canonico Rocco Vilardi, proprietario del fondo adiacente, che concesse il suolo per la retrocessione della chiesa rispetto alla precedente e per la creazione di una piazzetta antistante.
L’esterno della chiesa, in stile romanico lombardo, ha una facciata con lesene laterali terminanti con capitelli ornati che sostengono un timpano triangolare. Al centro il portale è delimitato da lesene e colonnine terminanti con capitelli ornati, sormontati da una lunetta con dentro un bassorilievo raffigurante san Giorgio a cavallo che uccide il drago. In alto una finestra con una vetrata artistica che riprende la stessa scena riprodotta dal bassorilievo sopra il portale. Sulla sinistra sorge il campanile di sezione quadrata. L’altezza dell’edificio è di 10 metri al fianco di gronda, il campanile invece è alto 14 metri.
La pianta della chiesa, a croce latina, è ad una sola navata. Verso l’abside ha una crociera della stessa campata della navata disposta in senso trasversale e sporgente di 2 metri dai fianchi. È coronata da un’abside semicircolare e, sulla destra la sacrestia a filo con la crociera e con il vertice dell’abside. Sull’altare maggiore si trova una icona di San Giorgio che uccide il drago, dotata di un’imponente cornice di legno del XVIII secolo finemente scolpita. Sulla volta dell’abside si trova la grande raffigurazione del Pantocratore.
[Fonti: “La Parrocchia di Loreto a Sbarre in Reggio Calabria” di Nicola Ferrante edito da Laruffa,1988 – Wikipedia]