LE CHIESE REGGINE: LA “GRAZIELLA”

La chiesetta della Graziella è ubicata in via Sbarre Superiori, alle spalle dell’attuale chiesa di Loreto, tuttavia, essa si trovò da sempre nel territorio di San Giorgio Extra.

Fin dagli inizi del 1600, si diffuse fra i “giardinari” di Sbarre  la fama che un’immagine della Madonna delle Grazie, incisa su pietra e posta in una rozza edicoletta tra i giardini della contrada tra Ottobono e Verdirame, aveva ridato la guarigione ad alcuni infermi e liberato da alcune alluvioni. Era allora, dal 1641, un accorrere pieno di fiducia e un sostare a far lunghe preghiere da parte di molti umili contadini da tutto il territorio di Sbarre.

Alcuni volenterosi diedero subito inizio alla costruzione di una chiesetta su un terreno originariamente donato dai fratelli Domenico e Carlo Surici che doveva essere il segno della fede e della gratitudine della gente di Sbarre. Nel 1671 la chiesetta era quasi completa, ed aveva un solo altare su cui era stato posto un grande quadro dipinto ad olio raffigurante la Vergine delle Grazie, con a fianco Santo Stefano da Nicea e dall’altro San Paolo Apostolo. Vi celebrava domenica e le feste D. Carlo Gatto. L’ultima domenica di agosto tutti gli “Sbarroti” si riunivano per far la festa alla Madonna delle Grazie, mentre i devoti vicini ne eleggevano i Mastri di chiesa. In quell’anno essi erano Domenico Arangi, Andrea Marino, Giovan Maria Nobile. La fabbrica veniva portata avanti con entusiasmo “nella migliore forma” scrisse l’arcivescovo Matteo di Gennaro nella Visita pastorale. Essa aveva una porta e quattro finestre; fuori vi era una cancellata e sulle pareti un volenteroso pittore vi affrescò la copia della Madonna delle Grazie dell’edicoletta, il quale affresco, per sottrarlo al deterioramento dei devoti che per devozione lo toccavano, fu coperto da un vetro, dentro una cornice in legno dorata e ben lavorata e scolpita da un devoto artigiano. La chiesa era lunga palmi 30 e larga palmi 20 (circa metri 7,10×5,40).

Finalmente, completata ormai e ben ornata, con una processione affollata e devota, il 29 marzo 1691, l’immagine dell’edicoletta venne trasportata nella chiesetta, posta dentro una maestosa pala, ornata di due colonne tortili e di una cornice ampia e ben lavorata.

Nel 1732 venne realizzata una nuova donazione di terreno e fu costruito il campanile  e dei saloni parrocchiali.

Dopo i danni causati dal terremoto del 1783, si ha traccia di una autorizzazione al restauro del 1796, che fu effettuato a spese dei “giardinari” di Sbarre.

La creazione delle due cappelle laterali risale al XIX secolo. L’edificio misura 20 m di lunghezza per 7 m di larghezza per 6 m di altezza, e consta di tre corpi di fabbrica adiacenti: la chiesa, il campanile, la sagrestia. La chiesa si presenta a navata unica e a pianta rettangolare, attraverso un’apertura posta a sinistra dell’ingresso si accede al campanile.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie fino alla seconda guerra mondiale svolse il suo ruolo di chiesa devozionale, frequentata ed amata dai fedeli.

Dal dopoguerra iniziò un abbandono fino a ridurla ai soli muri perimetrali, sconsacrata in quanto la famiglia Putortì, che ne aveva la cappellania, ha venduto tutto.  Nel vecchio edificio rimaneva solamente solo un piccolo affresco seicentesco con la Madonna e il Bambino.

Solamente nel 1999 sono stati portati a termine i restauri, che hanno ripristinato solo in parte l’originario aspetto dell’edificio. La copertura lignea a falde è stata interamente rifatta, così come gli intonaci, esterni ed interni; inoltre in due punti della navata è possibile vedere una porzione dell’originario tessuto murario, realizzato con materiali locali. La differente tessitura muraria dei due saggi lasciati a vista fa pensare che probabilmente nel corso dei secoli l’edificio subì dei rimaneggiamenti, e forse neppure le cappelle ricavate nella parete sinistra della navata risalgono all’impianto originario. Il pulpito in legno, in origine addossato alla parete destra della navata, è andato perduto.

Il 30 aprile 2000 la chiesa è stata restituita al culto.

Molte informazioni sulla chiesa della Graziella ci vengono tramandate tramite una lapide marmorea visibile sotto la finestra della facciata che, con iscrizione in latino recita testualmente:

PLACUIT D.O.M. ANNO 1641 MISERICORDIARUM ABISSUM PER VIR

GINEUM FONTEM ANTIQUÆ IMAGINIS BEATÆ MARIÆ

OMNIUM GRATIARUM IN CON

TIGUI VIRIDARII ANGULO DEPICTARE SUPER HOS POPULOS INNUMERIS

MIRACULIS DIFFUNDERE UNDE PIUS FIDELIUM COETUS TEMPLUM

HOC AD TANTI THESAURI CUSTODIAM CONSTRUERE STATUIT IN

QUO DENIQUE COMMUNIBUS SUFFRAGIIS ABSOLUTO SACRAM IMAGI

NEM CUIUS MURI FRAGMENTO SOLEMNI TRANSLATIONE COLLOCAVIT

DIE 29 MARTII 1691

Tradotta in lingua italiana:

Piacque a Dio, ottimo massimo, che, nell’anno 1641, lo stesso signore Dio, operasse numerosi miracoli a favore di queste popolazioni, servendosi dell’antica immagine di Santa Maria di tutte le grazie, fonte verginale, abisso di misericordia, dipinta nell’angolo del vicino campo. Per questo il pio popolo di fedeli volle che fosse costruito questo tempio destinato alla custodia di così gran tesoro, dentro il quale, assolti tutti i riti di benedizione e di consacrazione, con solenne processione vi portò e vi collocò l’immagine riprodotta nel frammento del muro, il 29 marzo 1691”.

 

[Fonti: “La Parrocchia di S. Maria di Loreto a Sbarre in Reggio Calabria” di Nicola Ferrante edito da Laruffa – wikipedia]

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L’immagine è della cartolina commemorativa del restauro con la firma autografa dell’allora sindaco Italo Falcomatà.