LA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA, CENNI DI STORIA: LA PREISTORIA

Gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato la provincia di Reggio Calabria sono strettamente connessi agli eventi che hanno caratterizzato l’intera regione.

I primi documenti circa la comparsa dell’uomo in Calabria risalgono al Paleolitico Inferiore (1.000.000-100.000 anni fa) e sono costituiti da arnesi al quarzo scheggiato noti come choppers, databili all’incirca a 600.000 anni fa e riconducibili all’Homo erectus. Altri reperti attestano la presenza  di ominidi più evoluti, quali l’Homo sapiens neanderthalensis nel Paleolitico Medio (100.000-30.000 anni fa) e l’Homo sapiens sapiens nel Paleolitico Superiore (30.000-10.000 anni fa).

Nel corso del Neolitico, a partire dal 6.000 a.C., le pianure costiere calabre furono interessate dall’arrivo da nuovi gruppi umani che provenivano dalle coste orientali del Mediterraneo portando con sé le innovative tecniche dell’agricoltura e dell’allevamento. Presto la regione si venne  a trovare lungo le rotte del commercio dell’ossidiana, svolgendo il ruolo di intermediario tra le isole Eolie e il settore adriatico. La diffusione della metallurgia risulta piuttosto precoce, come ci testimoniano i poemi omerici. Fin dalla prima età del bronzo la regione era inserita in un circuito commerciale sempre più ampio, che coinvolgeva mercanti proveniente dall’Egeo e in seguito i Micenei. In questo periodo le società indigene mostrano uno sviluppo precoce rispetto al resto d’Italia, che è stato messo in relazione con la tradizione mitica dell’arrivo degli Enotri dalla regione greca dell’Arcadia sotto la guida di Enotro, il cui figlio Italo viene ricordato per il proprio dominio sulla Calabria meridionale. Gli sviluppi culturali successivi sono invece stati riconnessi alla presenza di un altro gruppo indigeno, quello degli Ausoni.

Nell’età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.) gli indigeni erano razionalmente organizzati nei territori e ben strutturati da un punto di vista sociale. Il riconoscimento di diversi riti di seppellimento nelle numerosi necropoli rinvenute ha permesso di ipotizzare la presenza di gruppi etnici diversi. In particolare il tipo di sepoltura entro grotticelle delle necropoli indigene di Locri e Calanna, trovando confronto nella Sicilia orientale, è stato considerato indice che in questa zona fossero insediati Siculi, i quali, secondo gli storici antichi, nel X sec. a.C., dalla zona del basso Jonio oltrepassarono lo Stretto per attestarsi in Calabria. Durante l’età del ferro i naviganti greci frequentavano assiduamente le coste calabresi, intessendo rapporti sempre più stretti sia da un punto di vista economico che politico con gli abitanti del luogo, preparando le basi per lo stanziamento definitivo tramite fondazione di colonie.  La colonizzazione in genere non avvenne in modo pacifico, in quanto i dati archeologici documentano il più delle volte una cessazione brusca e violenta della vita delle comunità indigene che vennero annientate o assoggettate. I greci risparmiarono solo i villaggi più lontani dai territori delle loro colonie, utili per l’acquisizione di risorse; tuttavia la superiorità della cultura greca fu tale da imporsi su quella indigena, che ne fu totalmente assorbita fino a scomparire.

[Tratto da: Reggio Calabria e la sua provincia – Itinerari tra arte, storia e natura – Iiriti editore]