Mag 10 2018
ILLUSTRI REGGINI: LEOPOLDO TRIESTE
Leopoldo Triestefu un attore e autore di teatro e cinema italiano di origini reggine, infatti nasce a Reggio Calabria il 3 maggio del 1917. Inizia la sua carriera artistica giovanissimo, scegliendo come trampolino di lancio il teatro per il quale recita e scrive di suo pugno drammi e commedie.Il suo lavoro più famoso e riconosciuto anche fuori dall’Italia, una trilogia di opere teatrali che trattano il tema della brutalità e della violenza del secondo conflitto mondiale appena concluso: “La frontiera” del 1945, “Cronaca” del 1946 che ha il merito di aver rappresentato per la prima volta il tema dell’Olocausto sul palcoscenico, e “N.N.” del 1947.Dopo una florida esperienza teatrale, decide di dedicarsi al mondo del cinema lavorando con i più grandi registi del ‘900. Inizialmente lavora con Vittorio Gassman nella pellicola di Giovanni Paolucci, “Preludio d’amore” del 1946, per poiproseguire soprattutto sulle sceneggiature per il cinema, cogliendo l’importanza che il mezzo filmico avrebbe avuto soprattutto negli anni successivi. L’attore reggino collabora, infatti, alla stesura di “Gioventù perduta” del 1948, due anni dopo de “I fuorilegge” e “Febbre di vivere” del 1953 di Claudio Gora, ispirato all’ormai noto dramma teatrale “Cronaca“.
A mettere in evidenza le doti recitative di Leopoldo Trieste è il grande regista Federico Fellini assegnandogli due ruoli importanti, ne “Lo sceicco bianco” del 1952 e poi ne “I vitelloni” del 1953″, lanciandolo prepotentemente sul grande schermo. Nel 1958 si cimenta nell’esperienza di regista dirigendo la pellicola “Città di notte” e nel 1960 la commedia romantica “Il peccato degli anni verdi“, raggiungendo anche un discreto apprezzamento della critica. Dopo la doppia esperienza di regista, la sua carriera è in continua ascesa, la sua semplicità e naturalezza lo inseriscono brillantemente nel mondo delle commedie italiane tra cui vanno ricordate “Divorzio all’italiana” del 1961 e “Sedotta e abbandonata” del 1964 entrambe insieme alla giovanissimaStefania Sandrelli e dirette da Pietro Germi.
Sul set de “Lo sceicco bianco” conosce Alberto Sordi iniziando con lui una lunga collaborazione che si protrae per nove pellicole, tra le quali “Un americano a Roma” del 1954, “Il medico della mutua“del 1968 e il “Il marchese del Grillo” del 1981.
Oltre alla sua attività in Italia viene scelto anche da diversi registi stranieri per produzioni internazionali. Da ricordare la presenza nel cast di “Addio alle armi” di Charles Vidor nel 1957, in “Che gioia vivere” del 1961del francese René Clément, in “Il padrino – Parte II” di Francis Ford Coppola del 1974, in “Il nome della rosa“di Jean-Jacques Annaud nel 1986.
Leopoldo Trieste viene chiamato dal grandissimoGiuseppe Tornatore a prendere parte al pluripremiato e vincitore dell’Oscar come Miglior film straniero “Nuovo Cinema Paradiso” nel 1988,interpretando padre Adelfio, e anche nel successivo “L’uomo delle stelle” nel 1995 che gli ha fatto guadagnare, l’anno successivo, il David di Donatello e il Nastro d’argento come Migliore attore non protagonista.
La sua bravura è nota anche nel piccolo schermo: appare in una puntata de “Le inchieste del commissario Maigret” in “Maigret e i diamanti“, fa parte del cast de “La famiglia Benvenuti” del 1968-69, nello sceneggiato “Il Circolo Pickwick” del 1967-68, nella miniserie TV diretta da Franco Rossi “Quo vadis?” nel1985, in una puntata della fiction “Il commissario Montalbano” nell’episodio “Il cane di terracotta” nel 2000 e tanti altri ancora.
Negli ultimi anni della sua esistenza si riavvicina nuovamente al teatro. Il 25 gennaio 2003 viene stroncato da un infarto al Policlinico Umberto I di Roma.