II POMPIERE

Nell’immaginario comune, delle donne in particolare, i pompieri sono visti come dei “machi”. Muscolosi, attraenti, bellissimi da vedere con tanto di “tartaruga”, bicipiti, tricipidi e quadricipiti ultra sviluppati. Uomini che vanno su e giù dai pali, dalle scale, dalle funi, dagli alberi come fossero scoiattoli. No, non è così.  Sono rari coloro con queste caratteristiche. La maggior parte di loro sono uomini normalissimi, di diversa età dai 20 fino ai 65/70 anni (l’età pensionabile per i lavoratori italiani), con la “pancetta” in bella mostra, le ginocchia cigolanti e la cervicale capricciosa.

A prescindere dalle caratteristiche fisiche, senza alcun dubbio, sono uomini impavidi, arditi, generosi, coraggiosi, forti. Per fare questo mestiere bisogna possedere qualità e doti particolari che non tutti possono avere.

Con i loro turni di 12 ore di lavoro hanno, in teoria, molto tempo libero. In una settimana lavorano 2 giorni e una notte ma c’è un piccolo particolare: dopo un loro estenuante turno non bastano 24 ore per potersi rimettere in sesto.

Questi uomini valorosi non hanno reperibilità ma sono sempre in allerta. Lo zaino, con il necessario di sopravvivenza per diversi giorni, è sempre pronto per ogni evenienza. Terremoti, alluvioni, cataclismi richiedono uno sforzo aggiuntivo con turni massacranti, loro, i pompieri, senza batter ciglio, sono sempre in prima linea.

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La loro paga, per i rischi che corrono, è una vera miseria e gli straordinari pagati dopo mesi e mesi dall’espletamento.

Sono degli eroi, sempre lì a spegnere un incendio, ad entrare in un edificio avvolto dal fumo, ad aprire un ascensore, a rimuovere le lamiere contorte di un incidente stradale, a  prelevare il gattino dall’albero.

Mestiere pericolosissimo il loro. Nessuna prima pagina, nessuna intervista, tanta umiltà e dedizione, poca gloria per questi irriducibili Uomini.