SCRIVO A RENZI: CARO PRESIDENTE LA RIPRESA ECONOMICA NON E’ CERTO LEGATA ALLA REALIZZAZIONE DEL PONTE SULLO STRETTO

Egregio Presidente del Consiglio sig. Matteo Renzi, nulla da dire verso la Sua simpatica e autorevole persona e mi scuso in premessa per l’ardire. Mi riferisco allo slogan pre-elettorale ormai, mi creda, troppo inflazionato anche per le masse psicologicamente influenzabili. “La ripresa economica è legata alla realizzazione di grandi opere quali il ponte sullo Stretto” si è udito poco fa al TG. Se ne prende atto. Peraltro, come a Lei ben noto, pesa sulle nostre spalle più che su altre, e come un macigno, il vuoto che qui ha preso il posto di ogni lavoro e che, giorno dopo giorno, sta conducendo all’immobilismo totale. Quel lavoro che ha qui smembrato ogni famiglia e senza alcuna aspettativa di ritorno. Il lavoro “lacrime e sangue” di chi resta, tanto ci costa il lusso di vivere in una città che, orgogliosamente, si sforza ad annullare ogni baratro ed assurgere a città “normale”. Mi venga perdonato ma, anche l’affermazione che il ponte serve per far finalmente cessare l’isolamento di Calabria e Sicilia appare a metà tra il ridicolo ed il tragico. Lei, è a conoscenza che a Reggio Calabria, tra un rimpallo di competenze, pare stia sparendo, nella sua indispensabile interezza, l’unica “veloce” via di comunicazione ossia l’aeroporto a servizio delle due sponde dello Stretto? Sa che è qui “interdetta”, a saper nostro, la possibilità di fruire di collegamenti cosiddetti “low cost” che offrirebbero un piccolo respiro economico alle famiglie ed a quei figli che devono raggiungere la meta del loro lavoro ormai in ogni angolo del mondo? Sa Premier, quei figli e genitori che non si piangono addosso e diventano cittadini del mondo, non dimentichi però delle proprie radici e della voglia di rivedere la propria famiglia. Anche Lei, Renzi, ha dei figli. Pensi se un domani dovesse (è un paradosso lo so) Lei stesso essere “costretto” a rivederli solo d’estate perché il costo di ogni volo è un salasso! Perché, Premier, alla vigilia elettorale, non tocca il cuore di Calabresi e Siciliani assicurando che il tema “ spostamenti veloci”, aereo e treno, diverrà uno dei primi argomenti all’ordine del giorno a cui dare positiva soluzione? Mezzi di comunicazione veloci, ossia quei mezzi che consentono “ai nostri” di poter tornare anche per un breve week-end. Quei mezzi veloci “indispensabili” per raggiungere i luoghi a cui affidare la nostra salute qui strattonata ed allo sbando. Lei pizzica la corda del lavoro, tema molto caro. Ma ci sono altre corde, importanti ed indispensabili, da suonare al pari per ottenere un suono armonico. Premier, perché non ammette che è una bufala il “completamento” della Salerno- Reggio Calabria e che ci sono – tra gli altri – quei 50 maledetti chilometri in provincia di Cosenza all’altezza di Altilia, Rogliano, Piano Lago, pericolosi a motivo delle tante curve e gallerie lungo una strada con due piccole corsie per carreggiata? So che non è importate, ma anche io sono viva, e solo per miracolo illesa, dopo un terribile incidente sotto una di quelle gallerie. La messa in sicurezza dell’arcinota Statale 106, che snocciola morti che non so quanti grani di rosario occorrono per contarli, non potrebbe essere una grande opera che darebbe lavoro, non a una, ma a tantissime imprese? Siamo “freschi” di un terremoto che scuote scucendo le anime. Tutti gli esperti concordano nell’affermare che siamo ormai alla vigilia di uno di quei terremoti che, qui, ciclicamente seminano morti e distruzioni. Da un servizio mandato in onda verso la mezzanotte in uno dei canali della RAI, è emerso che le case dell’Aquila si stanno ricostruendo nel rispetto delle strutture architettoniche ma, cosa veramente importante, nel rispetto delle norme antisismiche. Pare si stia, colà, applicando un progetto che taluni italiani avevano ideato e fornito al Giappone. Un progetto che prevede il posizionamento di smorzatori sismici alla base dei pilastri, di catene che “cuciono” la muratura e di quant’altro necessario. Si è detto che costa meno prevenire che ricostruire e si è parlato di questa nostra terra. Sappiamo tutti quali conseguenze ha avuto un terremoto di elevata intensità in Giappone e quali invece nella martoriata terra di Amatrice e vicinanze. E’ un obbligo affidare al fato la scelta? Mettere in sicurezza le case, le scuole, gli ospedali che, condoni (che giovano anche ad ogni Governo quando occorre un respiro economico) o non condoni ormai ci sono, non è mettere in cantiere una grandissima opera? Mettere assieme tutte queste opere per il Sud non equivale ad una mega, grandissima opera? Intendiamoci, tutti vorremmo il ponte per i collegamenti da e per la Sicilia. Ma non è qui percepita come la grande opera prioritaria. Cordialmente Rosa Chilà