TERREMOTI: LA SCALA MERCALLI  E LA SCALA RICHTER

La scala Mercalli esprime l’intensità del terremoto, ovvero quantifica la forza di un terremoto in base agli effetti che ha prodotto sulle costruzioni dell’uomo. Essa è espressa con la scala MCS (Mercalli-Cangani-Sinberg), meglio nota come “Scala Mercalli” in onore del sismologo italiano che per primo propose una scala basata sugli effetti prodotti da un terremoto. La scala Mercalli è costituita da dodici gradi e l’Intensità diminuisce con l’aumentare della distanza epicentro – punto di osservazione. L’uomo avverte gli effetti a partire dal III grado. Al XII grado corrispondono stravolgimenti sulla superficie terrestre quali, ad esempio, vistosissime deformazioni del suolo, alterazioni del regime idrico e distruzione di quasi tutte le opere dell’uomo.

La magnitudo, termine latino che significa grandezza, è una misura dell’energia rilasciata durante un terremoto nella porzione di crosta dove questo si genera.

Il grado della scala Mercalli, essendo basato sugli effetti osservabili del terremoto, è valutabile con semplicità ed immediatezza ma fornisce una stima relativa circa la violenza del terremoto. La magnitudo richiede tempi tecnici per la valutazione ma rappresenta una misura assoluta e confrontabile.
Nonostante la differenza concettuale tra energia erogata ed intensità degli effetti, è ragionevole aspettarsi che, a parità di condizioni, all’aumentare della magnitudo debba aumentare anche il valore della scala Mercalli.

La scala Mercalli, come già accennato, è basata semplicemente sugli effetti del terremoto osservabili sugli edifici, le cose e la popolazione. Questo comporta tuttavia dei problemi di valutazione:

  • Un terremoto che si manifesta in un luogo deserto e disabitato non può essere valutato.
  • Due terremoti che si manifestano in due diversi luoghi del mondo con la medesima magnitudo possono non risultare della medesima intensità. Questo perché chiaramente le capanne di fango subiscono un sisma in modo diverso dalle case in cemento armato.

Con l’attribuzione di un valore sulla scala Richter, si esprime una misura della cosiddetta magnitudo, ovvero una stima dell’energia sprigionata da un terremoto nel punto della frattura della crosta terrestre, cioè all’ipocentro, secondo i criteri indicati dal geofisico statunitense Charles Richter.

A differenza della scala Mercalli che valuta l’intensità del sisma basandosi sui danni generati dal terremoto e su valutazioni soggettive, la magnitudo Richter tende a quantificare l’energia sprigionata dal fenomeno sismico su base puramente strumentale. La magnitudo Richter è stata definita per non dipendere dalle tecniche costruttive in uso nella regione.

Quindi la scala Mercalli valuta solamente gli effetti dei danni di un terremoto in base all’intensità, dal valore minimo di 1 fino alla distruzione totale di 12* grado. La scala Richter invece misura la magnitudo locale, ottenuta dall’ampiezza massima delle oscillazioni registrate da un sismometro standard, il Woods-Anderson.