STORIA DEI BORGHI REGGINI: SAN SALVATORE

San Salvatore è stato uno dei territori di Motta Sant’Agata. Originariamente il nome di questo borgo era San Giovanni.

La casa della famiglia Fortunio, risalente al XVIII secolo, testimonia il tenore di vita dei nobili agatini. Da notare sono gli elementi architettonici esterni, come le maschere apotropaiche che reggono i balconi.

Si riteneva che queste maschere allontanassero il malocchio, un’usanza ereditata dai greci, i quali erano soliti porre tali maschere sui muri esterni per allontanare gli spiriti cattivi.

Vi sono numerose chiese, tra cui è da segnalare quella di San Giovanni il cui portale e rosone di facciata sono stati sicuramente prelevati da una delle chiese di Motta Sant’Agata. La statuetta di San Nicola, presente nel lato sinistro, è in arenaria e proviene dalla chiesa dei Santi Quaranta in Suso.

La Pro Loco di San Salvatore è l’unica riconosciuta nel reggino. Grazie a quest’ente è stata recuperata la tradizione del carnevale di San Salvatore, la quale ha origini antichissime. Uno dei tanti riti legati a quest’evento consiste nel bruciare un fantoccio, il che è riscontrabile nei rituali pagani per esorcizzare l’anno passato.

Vi è a novembre la “Sagra del Maiale”, uno degli appuntamenti gastronomici tra i più importanti e rinomati a livello provinciale.

Stanno divenendo famose anche le mostre pittoriche e fotografiche qui organizzate.

I quadri e gli scatti vincitori sono custoditi ed esposti presso la sede della Pro Loco.

In paese è stata organizzata anche una biblioteca contenente testi riguardanti la Calabria. Sono presenti anche le principali riviste regionali.

San Salvatore è inoltre arricchito da particolari ed interessanti opere di arte contemporanea, tra cui Il Guardiano a Piazza Panzera e Il Vecchio e la Bambina nella Piazza Addolorata.

 

Tratto da “Il bollettino archeologico di Motta Sant’Agata” n°1 (2012), a cura di Francesco Ventura

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