LEGGENDE DI CALABRIA: LA ROCCA DEL DRAGO

In provincia di Reggio Calabria, sulla strada che da Melito Porto Salvo si inerpica verso l’Aspromonte si incontra il “borgo fantasma” di Roghudi. Qui, due formazioni geologiche naturali sembrano fare da sentinelle all’intera vallata, la Rocca del Drago, una roccia di epoca preistorica dalla forma strana in cui l’erosione ha scavato due solchi che somigliano agli occhi di un mostro e le Caldaie del Latte un’altra roccia costituita da sette piccole rocce sferiche affioranti dal terreno da un blocco unico di roccia friabile.

Nella tradizione popolare di Roghudi si narra che un tempo vivesse, all’interno di un enorme masso con due grossi occhi (”a Rocca du Dracu”), un drago e poco distante un’altra roccia a forma di groppe (le sette caldaie o caddareddhi) permettevano allo stesso di nutrirsi.

Il drago era cieco, ma nonostante ciò, era un temerario custode di un tesoro che sarebbe stato assegnato a chi fosse riuscito a superare una prova di coraggio consistente nel sacrificare tre esseri viventi di sesso maschile: un capretto, un gatto completamente nero, ed un bambino appena nato.

Nessuno ebbe mai, nel corso dei secoli, il coraggio di sfidare il furioso drago affrontando la prova fino al giorno in cui in paese nacque un bambino malformato che, rifiutato dai genitori, venne avvolto in un telo ed affidato a due uomini affinché se ne sbarazzassero.

I due,  vedendosi tra le mani la mal capitata creatura, decisero di affrontare la prova di coraggio e ottenere il tesoro del drago. Procurati il gatto nero e il capretto iniziarono la scarificazione dei tre “maschi”. Uccisero il gatto nero e il capretto ma quando arrivò il turno del neonato, si sollevò una tempesta di vento che scaraventò i due uomini contro le rocce, uccidendo uno. L’altro, sopravvissuto, fu perseguitato dal diavolo sino alla sua morte.

In seguito a queste circostanzA mai più nessuno osò sfidare il mostro guardiano del tesoro.