IL CIRCO, L’ELEFANTE E L’OMINO

Il circo metropolitano arriva in città con tutte le sue attrazioni tra le quali un grosso elefante asiatico. La sera del debutto, dopo i pagliacci e gli acrobati, fa il suo ingresso l’imponente pachiderma Dumbo. Fermo al centro della pista con accanto il presentatore dello spettacolo che lancia una sfida al pubblico dicendo: “Chi di voi ha il coraggio e la capacità di far sedere Dumbo vincerà 1000 euro!”. Dalle ruvide tribune legnose si fa avanti un ometto, alto non più di un metro e mezzo, che afferma di voler tentare di far sedere il grosso animale. Si munisce di un piccolo sgabello che posiziona sul retro dell’elefante, ci sale sopra e sferra un calcio sui testicoli dell’elefante che inesorabilmente si siede a terra. L’ometto riscuote la somma di denaro e, tornato al suo posto, continua a gustarsi l’attrazione circense.

Lo stesso spettacolo si ripete il giorno successivo. Arrivato il momento dell’elefante il presentatore ripete la frase del giorno prima: “Chi di voi ha il coraggio e la capacità di far sedere Dumbo vincerà 1000 euro!” e sperava ardentemente che l’omino non fosse nuovamente presente tra il pubblico. Speranza svanita quando dalla platea compare ancora lui che ripete il rituale del giorno prima e incassa altri 1000 euro.

Terzo giorno di spettacolo, stessa trafila. L’elefante al centro della pista e il presentatore a lanciare la sfida al pubblico ma, visto i precedenti, cambia la richiesta nel timore dell’ennesima presenza del piccolo uomo: “Chi di voi ha il coraggio e la capacità di far muovere la testa in segno di assenso prima, in segno di diniego dopo e quindi far sedere Dumbo, vincerà 3000 euro!” Dagli spalti compare ancora lui, il solito ometto, accolto dal presentatore con un sorriso di scherno convinto che questa volta non sborserà i soldini.

L’ometto questa volta cambia strategia. Lo sgabello lo posiziona davanti alla proboscide, ci sale sopra e solleva l’enorme orecchio destro dell’elefante sussurrando: “Mi riconosci?” L’elefante ricordando i dolorosi calci nelle palle dei giorni scorsi, sposta la sua testa su e giù in segno di assenso. L’ometto gli sussurra ancora: “Ne vuoi ancora calci nelle palle?”. Il pachiderma immediatamente sposta la sua testa a destra e a sinistra in segno di dissenso. A questo punto l’omino sussurra un’ultima cosa: “Se non vuoi un altro calcio nelle palle, siediti a terra senza fare tante storie!”