I PALAZZI REGGINI: PALAZZO LAFACE

Sul lato Nord di Piazza del Duomo a Reggio Calabria, fra il corso Garibaldi e via Tommaso Campanella, sorge palazzo Laface di proprietà dell’omonima famiglia. Rappresenta, dal punto di vista architettonico uno dei più importanti edifici reggini in stile liberty, con all’interno pavimentazione in graniglia di marmo, ricche pareti scandite dall’alternarsi di paraste e cornici in marmo e lo scalone in marmo bianco di Carrara, ornato da una raffinata ringhiera in ferro battuto.

Dal punto di vista storico questa costruzione ci ha lasciato tante testimonianze.

Nel 1925 in occasione degli scavi per la ricostruzione dell’edificio, danneggiato dal terremoto del 1908, furono trovati numerosi reperti archeologici, oggi custoditi all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria costituiti da pavimentazioni musive, monete e anelli fittili.

Nel 1986, in seguito alla ristrutturazione del cortile del palazzo, sono state fatte altre scoperte di notevole valore storico, ancora più importanti delle prime. Sono venuti alla luce due pozzi con anelli fittili e lastre di pietra di età ellenistica, pavimenti risalenti all’età romana interamente ricoperti da mosaici e  impreziositi dalle cesellature create dalle piccole tessere e da disegni stilizzati, un mosaico a fogliami e, ad alcuni metri sotto il suolo, un altro pavimento con rosone in mosaico con foglie d’ulivo. Entrambi i mosaici proseguono sotto piazza Duomo. Ma i meandri di palazzo Laface custodiscono anche: sepolture del VII-IX secolo d.C., monete magno greche del III secolo a.C., monete bronzee risalenti a Costantino e Teodosio del IV secolo d.C., una “bulla vitrea” del Califfo d’Egitto Abu Ah.

palazzo Laface

Integrazione del sig. Diego Quattrone: “Questa facciata del palazzo l’ho ricostruita io tra il 1985 e 1986 sotto la supervisione dell’ Ing. Giuseppe LaFace, (con tutti i progetti architettonici originali degli anni ’20) proprietario dello stabile. E’ un fiore all’occhiello tra tutti i miei lavori, compreso i ritrovamenti che poi sono stati portati avanti dalla sovraintendenza delle belle arti, purtroppo non è stata finita la balaustra del terrazzo per l’alto costo che era tutto a carico dei proprietari, comunque bisogna dire grazie alla famiglia proprietaria ed all’ing. LaFace per lo sforzo di riprodurre l’architettura originale della facciata fino ad allora inesistente.”