GLI ASPIRANTI AGENTI SPECIALI

Tre italiani, un milanese, un romano e un reggino desideravano entrare nei corpi speciali della polizia americana. Superate diverse prove, alcune molto difficili, vengono convocati per la prova finale, la più complicata fra tutte, in un capannone del porto di New York. L’esame consisteva nel valutare l’obbedienza e il rispetto degli ordini impartiti qualunque fosse il contesto.

Il primo esaminando ad essere chiamato è il signor Rossi, il milanese.  Un agente gli mette in mano una pistola, lo porta davanti ad una porta e dice: “Per diventare un agente speciale dobbiamo essere sicuri che lei esegua incondizionatamente ogni nostro ordine in qualunque circostanza. Dietro quella porta c’è una stanza dove seduta su una sedia troverà sua moglie Nadia … la deve uccidere!” La risposta del milanese è immediata: “Ma state scherzando? Mai e poi mai potrei  sparare alla mia dolce metà.” A questa risposta l’agente ribatte: “Signor Rossi, lei non è la persona adatta a svolgere questo lavoro. Si prenda sua moglie e se ne torni nella sua Milano.”

Il secondo ad essere chiamato è il signor Bianchi, il romano. L’agente gli mette in mano la pistola, lo porta davanti alla porta e dice: “Per diventare un agente speciale dobbiamo essere sicuri che lei esegua incondizionatamente ogni nostro ordine in qualunque circostanza. Dietro quella porta c’è una stanza dove seduta su una sedia troverà Giulia, la sua fidanzata … la deve uccidere!”  L’uomo entrò nella stanza uscendo in lacrime dopo pochi minuti esclamando: “Non posso uccidere Giulia, è l’amore della mia vita!” L’agente esaminatore quindi, come da rituale, ribatte: “Signor Bianchi, lei non è la persona adatta a svolgere questo lavoro. Si prenda la sua fidanzata e se ne torni a Roma.

L’ultimo ad essere esaminato è il reggino Trunfio.  Solita trafila, l’agente consegna una pistola dicendo: “Per diventare un agente speciale dobbiamo essere sicuri che lei esegua incondizionatamente ogni nostro ordine in qualunque circostanza. Dietro quella porta c’è una stanza dove seduta su una sedia troverà sua moglie Concetta … la deve uccidere!”  L’uomo del sud entra nella stanza e si odono sei colpi di pistola uno dietro l’altro e poi per diversi minuti tanto frastuono fin quando la porta si aprì. L’uomo, intriso di sudore,  con i vestiti strappati, si rivolge all’esaminatore dicendo: “Mannaia la terra mi dastuvu na pistola carricata a sali e a Cuncettina l’eppi a mmazzari a corpi i seggia!